Da quando nel 2008 ho corso la mia prima Traslaval, in questo periodo dell'anno mi viene voglia di salita; di certo per preparmi adeguatamente all'appuntamento della val di Fassa ma anche per variare gli orizzonti di allenamento dopo un inverno e parte della primavera corsi per lo più sul piano.
Alla luce di ciò più di un mese fa mi ero iscritto al trail del Monte Soglio che si corre qui vicino a Torino, percorso non eccessivamente lungo per il Gir Curt di 26 km e altimetria impegnativa ma non impossibile di circa 1400 mt. D+, tolta l'esperienza gogliardica e innevata dell'Arrancabirra di Ottobre questo sarebbe stato il mio primo vero trail.
Domenica mattina insieme ad Omar ci rechiamo a Forno Canavese dove l'ambiente è già caldo e in fermento, alle 6 infatti sono partiti gli eroi del Gir Lung da 63 km mentre la nostra partenza è fissata per le 8:30; qui troviamo Maurizio oramai lanciato nel mondo off-road con Paola ed Enfia, poco dopo arriverà anche Riccardo col gruppo della TO021.
Alla luce di ciò più di un mese fa mi ero iscritto al trail del Monte Soglio che si corre qui vicino a Torino, percorso non eccessivamente lungo per il Gir Curt di 26 km e altimetria impegnativa ma non impossibile di circa 1400 mt. D+, tolta l'esperienza gogliardica e innevata dell'Arrancabirra di Ottobre questo sarebbe stato il mio primo vero trail.
Domenica mattina insieme ad Omar ci rechiamo a Forno Canavese dove l'ambiente è già caldo e in fermento, alle 6 infatti sono partiti gli eroi del Gir Lung da 63 km mentre la nostra partenza è fissata per le 8:30; qui troviamo Maurizio oramai lanciato nel mondo off-road con Paola ed Enfia, poco dopo arriverà anche Riccardo col gruppo della TO021.
Ci prepariamo, il clima è più rilassato e tranquillo rispetto alle solite gare su asfalto, controllo del materiale obbligatorio da parte dello staff e si parte! Ritmo tranquillo nelle prime battute di gara corse su strada tanto che rimango agevolamente a ridosso dei primi ma oggi sono qui per imparare e rimanere fedele ai miei propositi: correre bene la salita, non farmi male in discesa correndola o camminandola come viene e soprattutto godere un pò di sana montagna. Dopo pochi chilometri nei dintroni del paese imbocchiamo la sterrata che rappresenta la prima difficoltà altimetrica del giorno, il gruppo si è sgranato ognuno prende il suo ritmo com'è giusto che sia in salita. Oltrepassiamo il caratteristico Mulino Val e proseguimo fino a quota 1000 metri da qui seguiamo un sentiero che percorre un lungo falsopiano a mezzacosta in direzione della località Milani dove nei pressi del Santuario è posto il primo ristoro. Mi trovo in ottava posizione e con alcuni atleti ci scambiamo le posizioni vicendevolmente, io sono più attivo in salita mentre tiro il freno a mano in discesa, alcuni punti sono tecnici e io particolarmente inesperto. Neanche il tempo di tirare il fiato e si torna a salire, la fatica incomincia a farsi sentire nel corpo ma lo spirito prende giovamento da ciò che gli occhi vedono, piccole baite in sasso, ruscelli da attraversare e gradevoli scorci di boschi di faggio. Un ultimo drittone ci porta sulla sommità del monte Canautà, di fronte, purtroppo nascosta dalla foschia, la cima del monte Soglio. Si sale ancora un centinaio di metri di dislivello su di un sentiero tra i prati sulla dorsale per raggiungere il punto più alto del tracciato, sono stanco, parecchio, ma soddisfatto di questa mia prima parte di gara, adesso vada come vada, non sono venuto qui senza finalità agonistiche e se anche ce le avessi avute il primo tratto di vera discesa me le avrebbe fatte perdere immediatamente: un lungo traverso molto tecnico su sassi ci fa perdere rapidamente quota, sono costretto a camminare per non rischiare di volare giù. Vengo distratto da un veloce ticchettio che mi raggiunge velocemente, mi volto e vedo due stambecchi in pantaloncini dalle sembianza umane che aiutati dai bastoncini si avvicinano leggeri e rapidi. Li riconosco, li avevo già incontrati all'Arrancabirra nella discesa dopo il Curru, anche li rimasi stupito dalla naturalezza e sicurezza con cui scendevano. Mi sposto e li lascio passare, mi ringraziano e rapidamente si allontanano. Alla fine di questo tratto difficile un altro falsopiano più agevole, quindi un dritto ripido su prato mi porta all'Alpe Bellono dove c'è il cancello del controllo chip ed il secondo ristoro. Si continua a scendere lungo sentieri che attaversano i boschi, inizio ad accusare dolori muscolari alla parte alta dei quadricipiti per l'intenso lavoro che devono svolgere in discesa; in molti punti cammino per alleviare questi fastidi e non crearne di nuovi, mi sorpassano parecchi atleti ma non me ne curo se non quel giusto di spostarmi per non intralciarli. In alcuni punti il panorama si apre mi permette di vedere in lontananza il paese di Forno, manca poco e nel mentre mi raggiunge Omar, mi accodo a lui e insieme corriamo gli ultimi chilometri che ci separano dal traguardo e che oltrepassiamo dopo due e quarantuno di gara.
Che dire... una gara diversa che ho cercato di interpretare al meglio delle mie possibilità e con altre finalità; sono rimasto molto entusiasta e sorpreso dal clima tranquillo e di amicizia che si respira in questo tipo di manifestazioni, alla fine dopo il ristoro e la doccia quasi tutti siamo tornati per all'arrivo per attendere il vincitore della prova lunga e tutti gli altri a seguire. Per concludere terzo tempo con pasta party e birra no limits offerta dall'organizzazione magistralmente capitanata da Roberto Negri.
Che dire... una gara diversa che ho cercato di interpretare al meglio delle mie possibilità e con altre finalità; sono rimasto molto entusiasta e sorpreso dal clima tranquillo e di amicizia che si respira in questo tipo di manifestazioni, alla fine dopo il ristoro e la doccia quasi tutti siamo tornati per all'arrivo per attendere il vincitore della prova lunga e tutti gli altri a seguire. Per concludere terzo tempo con pasta party e birra no limits offerta dall'organizzazione magistralmente capitanata da Roberto Negri.
Da rifare, questo e altri...