giovedì 14 febbraio 2008

IL "NEGATIVE SPLIT"

Nel post sulla Tutta Dritta avevo accennato al cosiddetto “Negative Split”; il fatto cioè di correre la seconda metà di gara più velocemente della prima.
Ciò può essere abbastanza semplice in una gara di 10 chilometri, un po’ meno in una più lunga come la maratona.
Riporto di seguito un approfondimento di Enrico Arcelli sul Negative Split in maratona nato dall’analisi del recente record del mondo di Haile Gebrselassie:


“Secondo me è il caso di analizzare in maniera un po' approfondita il record del mondo della maratona che Haile Grebrselassie ha ottenuto a Berlino il 30 settembre 2007. Il suo tempo finale è stato di 2.04'26", vale a dire 29" in meno di quanto il vecchio primatista, il keniano Paul Tergat, aveva ottenuto nel 2003, sempre nella gara di Berlino che, come ben si sa da tempo, è una delle più veloci del mondo. La prima considerazione è che l'etiope ha corso ogni frazione di 1000 m in qualche centesimo meno di 2'57", per la precisione in 2'56"96. Già questo è un dato straordinario per chi capisce di corsa lunga: significa, per esempio, correre 4 volte di seguito i 10.000 m in 29'29"6 e poi compiere altri due chilometri e rotti allo stesso ritmo!
Ma ci sono altri elementi molto interessanti in questo primato.

IL NEGATIVE SPLIT. - Gebre ha corsa la seconda metà (1.01'56") più veloce della prima (1.02'29"), un fatto che di solito succede soltanto ai grandi campioni. Com'è possibile che un atleta riesca a fare una cosa di questo genere?
Anni fa, quando ancora non si parlava di negative split per definire il fatto di riuscire a fare i secondi 21,1 km in un tempo migliore dei primi, avevo sostenuto che nel corso della maratona ci sono almeno due fattori che possono fare sì che nel finale di gara si vada più piano (ma possono essere di più di due se, per esempio, la temperatura ambientale e l'umidità sono alte e se l'atleta suda molto):
- il primo è che nel corso della gara il quoziente respiratorio tende ad abbassarsi, la qual cosa significa che - a parità di ossigeno utilizzato - i muscoli hanno a disposizione una minore quantità di energia; questo abbassamento del quoziente respiratorio è tanto minore quanto più allenato è l'atleta;
- il secondo è che la stanchezza rende la corsa più costosa e, dunque, fa sì che si vada più piano a parità di spesa; anche in questo caso, l'alto livello della preparazione fa sì che il peggioramento si riduca.
A causa di questi due fattori, in pratica, è come se per ogni minuto da un lato l'organismo disponesse di una minore quantità di "benzina" e, dall'altro, dovesse spenderne di più per correre alla stessa velocità. E' questa la ragione per la quale la maggior parte dei maratoneti amatoriali ha un finale di gara più lento. Ma esiste, poi, un fattore che, invece, aiuta ad andare più forte:
- vi è una diminuzione del peso corporeo, dovuta al fatto che si perde sudore e che, mentre si corre, si espira un gas (l'anidride carbonica) che è più pesante del gas che si inspira (l'ossigeno); siccome la spesa per correre è direttamente proporzionale al peso corporeo, ecco che essere più leggeri significa andare più veloci.
Nei maratoneti molto ben allenati e di altissimo livello, quest'ultimo fattore può prevalere sugli altri due e, così, per costoro ci può essere in negative split.

L'ESTREMA UNIFORMITA' DEL PASSO. - Un dato straordinario nella maratona di Gresilassie è stata l'uniformità dell'andatura. Questi, infatti, sono stati i suoi passaggi e i tempi parziali per ogni frazione di 5000 m:
Distanza Passaggio Parziale
5 km 14'44" 14'44"
10 km 29'27" 14'43"
15 km 44'16" 14'50"
20 km 59'10" 14'54"
25 km 1.14'05" 14'55"
30 km 1.28'56" 14'51"
35 km 1.43'38" 14'43"
40 km 1.58'08" 14'30"

Subito si vede come siano stati vicini l'uno all'altro i tempi su ciascun tratto di 5.000 m: il più lento è stato di 14'55" (dai 20 ai 25 km), il più veloce di 14'30"; se, però, si esclude quest'ultimo parziale (ottenuto dai 35 ai 40 km, quando il traguardo era ormai vicino e l'etiope ha potuto dare tutto quello che aveva in corpo), la frazioni più veloci diventano di 14'33" (la seconda e la penultima), con una differenza nei tempi fra i due estremi di soli 12 secondi.
La velocità media sulla maratona di Gebre è stata di 20,346 km/h e, quando si confronti tale dato con quello della velocità sulle varie frazioni, anche tenendo conto del fatto che la spesa sale in maniera diretta con l'aumento della velocità, ci si rende conto di quanto straordinaria sia stata la regolarità:
Tratto di gara Velocità Differenza percentuale
(km) (km/h) con la velocità media
0-5 20,362 - 0,08%
5-10 20,385 +0,10%
10-15 20,225 - 0,59%
15-20 20,134 - 1,04%
20-25 20,112 - 1,15%
25-30 20,202 - 0,71%
30-35 20,385 +0,19%
35-40 20,690 +1,69%
40-42,2 20,905 +2,75%
Sempre non tenendo conto di quanto è successo dal trentacinquesimo chilometro in poi, le differenze di velocità sono state dell'1,15% o inferiori!

QUANDO E' VANTAGGIOSO TENERE UN'ANDATURA COSTANTE. - L'esperienza da campo indica che nelle gare del mezzofondo e del fondo è vantaggioso, quando si voglia ottenere la migliore prestazione cronometrica possibile, mantenere una velocità di gara estremamente costante. Ma questo vale soltanto a partire dai 1500 m. Succede, infatti, che, nelle gare più brevi dei 1500 m, questa distribuzione dello sforzo non è la più favorevole:
- negli 800 m, come abbiamo cercato di dimostrare in un articolo che è uscito sul n. 2/2007 di Atleticastudi (oltre che da me, è firmato da Antonio Dotti, da Pietro Luigi Invernizzi e da Antonio La Torre), è preferibile avere un avvio più veloce, con i primi 200 m del 2,1-6,6% più veloce della media dell'intera gara e con i primi 400 m più veloci di essa dello 0,7-3,7%;
- nei 400 m, invece, come è stato visto da due studiosi tedeschi sulle finali maschili e femminili di due campionati del mondo, succede invece che, già dopo i primi 100 m, i tempi per ogni frazione di 50 m tendono a peggiorare; la velocità, insomma, è in calando (chi nell'ultimo rettilineo sembra accelerare, in altre parole, è quello che cala meno di tutti gli altri). Questa sembrerebbe essere la tattica più proficua per ottenere il risultato migliore.

I GRANDI MERITI DI GEBRESILASSIE. - Gebresilassie ha 34 anni ed ha avuto una straordinaria carriera come specialista dei 5.000 m e dei 10.000 m; era fortissimo nel passo (tanto da avere ottenuto dei primati che, all'epoca, erano davvero eccezionali), ma ancora di più nella volata finale. Era anche un atleta molto duttile, tanto da essere stato capace di vincere un titolo mondiale indoor nei 1500 m. Un altro grande merito è stato anche quello di essere capace, per passare dal mezzofondo alla maratona, di cambiare la sua tecnica di corsa: da rimbalzante quale era, a circa 30 anni è riuscito a farla diventare "piatta", come è indispensabile che sia nella maratona. Si tratta di un merito non da poco.

E' UN RECORD MOLTO VALIDO - Qualcuno ha scritto che Gebre ha battuto di poco il record di Tergat. Non sono d'accordo: nella maratona, infatti, mezzo minuto di progresso, a parer mio, è davvero molto. E' stato anche scritto che i tempi sono maturi per tempi sotto 2.03'. Chi non conosce la maratona, tende spesso a dire che i tempi su questa distanza sono poco significativi e che i margini di progresso sono molto ampi. A parer mi si tratta di errori grossolani. Nei 100 m, per esempio, i fattori che possono determinare una variazione nel tempo ottenuto (a partire dal vento e dall'altitudine) incidono in maniera ben più pesante che nei 42,2 km, quando le gare siano state corse in piano e con condizioni climatiche accettabili. I primati ottenuti ora, inoltre, sono - secondo me - molto validi, anche se soltanto quello che succederà in futuro ci potrà dare una visione più chiara di quella che possiamo avere adesso”.
(www.novarunning.it)

6 commenti:

Andrea ha detto...

Mi sembra una tecnica poco conosciuta dalla maggior parte dei podisti, specie se amatori.

E' infatti più facile vedere partenze di gruppo a razzo e arrivi a stento su gambe barcollanti... ;-)

l'emerodromo ha detto...

ciao!
un saluto sportivo
Alessio

Furio ha detto...

Molto interessante Franchino, avevo già letto un commento di Arcelli sul recente primato mondiale sulla maratona, ma non era così completo.
Correre a velocità costante è una cosa in cui credo molto, ci riuscii molto bene nella mia prima mezza, circa 10 mesi fa, con i quattro 5000m rispettivamente in:
19'24" - 19'26" - 19'31" - 19'18"
e gli ultimi 1197m in 4'03".
Azzeccai la gara ed il finale fu in crescendo, cosa che, pur ritoccando il personale non successe a Novembre dove accusando problemi muscolari finii in calando..

franchino ha detto...

Complimenti Furio, molto regolare!

franchino ha detto...

Ciao Emerodromo e grazie della visita. Benvenuto!

Mathias ha detto...

ottimo post..l'ho divorato!