lunedì 22 settembre 2014

MARCIALONGA RUNNING 2014

Nuovamente in Trentino, nuovamente ad assaporare colori e sapori che sanno rendere unico questo piccolo angolo di paradiso fuori dal mondo. La voglia è di staccare nuovamente con la testa e tornare lassù a correre e magari fare meglio di quel'undicesimo posto assoluto che l'anno scorso mi ha lasciato ai piedi della top-ten che conta. La voglia c'è, la testa anche, le gambe... boh!

Compagni di avventura questa volta sono i grandi amici Chanya e Marco, alla loro prima esperienza in questa gara, con cui arrivo sabato pomeriggio a Moena. Ritiro pettorali, due passi in giro e domenica mattina pronti dietro la linea di partenza per affrontare i 25 chilometri e mezzo che dopo una lunga e regolare discesa si inerpicano negli ultimi tre fino all'arrivo di Cavalese. Le gambe stanno bene, abbozzo nella testa una probabile tattica di gara decidendo di partire con le prime donne, visto che come nella scorsa edizione si contenderanno la vittoria la Patelli e la Iozzia con cui abbiamo corso i primi diciotto chilometri del 2013.
Allo sparo di pistola però tutto va a farsi benedire, loro partono più lente del solito e quando dopo i primissimi chilometri il gruppone inizia a sgranarsi e i ritmi assestarsi io mi ritrovo praticamente da solo. Che culo! Dietro un plotonicino sta a un centinaio di metri e di certo non lo aspetto, davanti viaggiano bene ma il gap è simile. Che faccio? Cerchiamo di tornare sotto, dai, l'anno scorso con una mossa simile mi è andata bene.
I chilometri scorrono sotto le suole sulla ciclabile e tutt'intorno il verde degli abeti, larici e pini cembri,... il gorgogliare dell'Avisio a farci il tifo oltre a quello del pubblico presente lungo il percorso.
Al decimo entriamo in Predazzo, uno sguardo a destra alla scuola alpina che mi ha ospitato nel 1997 e poi via di nuovo circondati dai i prati della vallata di Fiemme. Mi raggiunge e sorpassa un atleta, tedesco a vedere le scritte della sua canotta, provo ad agganciarmi e a farmi portare un pò a rimorchio ma il suo ritmo è un pelo troppo più veloce del mio. Il cambio ritmo mi dà però una scossa, ma non positiva. Inizio a perdere le gambe e incomincio ad accusare un troppo precoce appesantimento generale. Catzo! siamo solo al quindicesimo,.... qui le cose si mettono male. Tiro i remi in barca e adesso l'obiettivo è portare le gambe all'arrivo e di non arrivare all'attacco della salita finale in coma. Quest'anno va così, amen. Prendiamo quel che viene e fa che t' nabi.
Ziano, Panchià, Tesero, il passaggio alla mezza a Masi di Cavalese in 1:15'30'' e "finalmente" la salita finale. L'anno scorso la salivo filato con a fianco la Iozzia lanciata alla vittoria, quest'anno è una via crucis. La testa è qui ma le gambe le ho lasciate definitivamente intorno al diciottesimo.
Pazienza, torniamo il prossimo anno, inizia lo sterrato, pazienza dai ci ho provato, cartello dell'ultimo chilometro, in ogni caso rimane sempre una gran gara da correre, "a sinistra" indica il volontario,... la so la strada grazie! manca poco due svolte, lo speaker, la musica il rettilineo finale, peccato per il trofeo in cirmolo.

E' andata così, una ventiquattresima posizione finale con oltre due minuti in più rispetto alla mia prestazione del 2013, non benissimo dal punto di vista sportivo ma senza dubbio eccezionale da quello umano, col premio più bello che è stato quello di vedere la gioia e la felicità negli occhi e nelle parole di Chanya e Marco portati a defaticare lunedì mattina sul ghiaione di forcella Pordoi,...

Le classifiche finali sul sito Sdam,
le mie attività sia su Strava che GarminConnect.