venerdì 26 luglio 2013

TOUR LANGHE E ROERO 2013

I giri a tappe sono un tipo di manifestazione che mi attraggono parecchio e a cui partecipo sempre molto volentieri, e proprio col Tour Langhe e Roero ho avuto il mio primo contatto con questo tipo di corsa nel 2007. Riproposto nuovamente nel 2008 poi il giro ha avuto un lungo stop per essere nuovamente organizzato quest'anno nello stesso periodo della terza settimana di luglio.

Conclusa la fatica della Val di Fassa Running gli allenamenti hanno subito un forte ridimensionamento per recuperare un pò le forze e anche per combattere un clima di certo non agevole per praticare il nostro sport, quindi diverse giornate di riposo, qualche escursione in montagna e soli tre lavori di qualità che si sono limitati a dei variati da un minuto con ugual recupero. Ho anche gareggiato, in una non competitiva a Bardonecchia conclusa in maniera vittoriosa nonostante la camminata del giorno prima sullo Chaberton a quota 3130 mt. e in una simpatica staffetta "Corri e Pedala"  a Chiusa di San Michele in val di Susa insieme a Costanza dove lei ha coperto la frazione in mtb mentre io quella di corsa finendo sul gradino più basso del podio per la categoria coppie miste.
All'appuntamento langarolo quindi sono arrivato abbastanza rilassato, ma sicuro di una comunque discreta condizione mantenuta da dopo il trentino.

La prima tappa di giovedì sera, come cinque anni fa, consisteva in un circuito da percorrere due volte per circa sette chilometri in città ad Alba. Non siamo tantissimi, circa 140 atleti, e mi ritrovo da subito in testa con gli amici Massimo Galliano e Vincenzo Ferrero all'inseguimento di un ragazzo francese, invitato per il giro dagli organizzatori. Corriamo regolari e senza strappi sul passo dei 3'20'' al km e ricucito il gap alla fine della prima tornata ci giochiamo la vittoria di tappa in volata; o meglio me la gioco con Vincenzo perchè Massimo da atleta generoso qual è ci lascia fare... mi va bene e taglio con qualche secondo di vantaggio per primo il traguardo.
Venerdì ci troviamo a Ceresole d'Alba, da qui partirà la tappa più lunga di circa sedici chilometri con l'arrivo posto a Montà. Un pò timoroso per la lunghezza odierna parto con un passo più lento rispetto il giorno precedente, rimango in gruppo con Vincenzo e il ragazzo francese Cedric mentre Massimo poco alla volta si avvantaggia per fare la sua gara. Il percorso è un continuo leggero saliscendi, il punto più impegnativo lo affrontiamo poco prima del tredicesimo chilometro quando la strada si inerpica per quattrocento metri; io mi pianto letteralmente, Vincenzo si è attardato già da un paio di chilometri e mentre Cedric su questa asperità è più efficace e guadagna un centinaio di metri che non riuscirò più a recuperare negli ultimi chilometri in discesa prima dell'arrivo pur mantenendo invariato il distacco.
Sabato c'è stata quella che secondo ma è stata per scenografia la tappa più bella, da Albaretto della Torre fino a Diano d'Alba. Il percorso sulla carta presentava un'altimetria facile in quanto per la maggior parte in discesa, solo negli ultimi due chilometri la pendenza cambiava e diventava salita fin su al belvedere del paese. Partiamo tranquilli, tutti in gruppo, ma appena si inizia a scendere si fanno girare le gambe e non si può fare altro per non rischiare di aver poi le gambe frolle il giorno dopo, anche perchè l'ultima tappa si correrà di mattina con quindi pochissime ore da dedicare al recupero. Siamo in sei nel gruppetto di testa, Massimo appena incomincia la salita finale si allontana seguito da un altro atleta oggi molto competitivo mentre io e Vincenzo saliamo appaiati per concludere insieme sotto il gonfiabile del traguardo.
Trascorse neanche ventiquattr'ore è di nuovo ora di pesare la strada per l'ultima fatica, da Pollenzo fino a Bra per circa sette chilometri e mezzo. Il copione rimane quasi lo stesso dei giorni precedenti, Massimo poco alla volta si avvantaggia insieme ad un atleta giornaliero in gara solo oggi mentre io, ormai sicuro del mio secondo posto in classifica generale cerco di godermi la gara insieme a Vincenzo. La prima parte è tutta in piano, poi dopo aver toccato Pocapaglia iniziamo a salire e ripercorrere la stessa parte finale del percorso della prima tappa dell'edizione 2007. Oramai è fatta, le gambe sono parecchio stanche ma in grado ancora di imprimere un buon ritmo ed arrivare in piazza a Bra con una buona spinta.

Concludo così la mia terza partecipazione al Tour Langhe e Roero, quest'anno a mio parere in leggero sottotono ma solo per una presenza non massiccia, l'organizzazione seppur casareccia si è dimostrata buona ed è riuscita ad offrire un buon prodotto ad un ottimo prezzo.

 

lunedì 8 luglio 2013

VAL DI FASSA RUNNING 2013, 5a TAPPA

Ovvero il tappone...
E che tappone finale particolare quest'anno, sicuramente da ricordare.
Già da giovedì si rincorrevano tra noi partecipanti voci sul previsto maltempo che avrebbe colpito il giorno seguente la nostra zona, una rapida occhiata ai siti di previsioni meteo più attendibili ci promettevano pioggia con neve sui 1800/2000 mt. di quota. Il fatto che noi dovessimo arrivare ai 2200 dell'Alpe Lusia non ci rallegrava affatto.

Venerdì mattina lo spettacolo che ho potuto intravedere al di là della finestra appena sveglio è stato ancora peggiore di quello di lunedì mattina: foschia bassa, pioggia e neve puntando gli occhi in sù tra gli squarci di nebbia... Dopo un'oretta siamo tutti in piazza a Moena, lo speaker ritornando più volte sul discorso del brutto tempo ci avvisa che la partenza è ritardata prima di mezz'ora, poi di un'ora per dar modo di battere il sentiero e ripulire la zona di arrivo dove durante la notte sono caduti quasi quaranta centimetri di neve. C'è mormorio nel gruppo, ognuno reagisce e commenta come meglio crede addirittura qualcuno vuole boicottare la partenza per non so quale ragione. Insieme agli altri ragazzi diamo fiducia agli organizzatori e ci rintaniamo in un bar per far trascorrere il tempo e vestirci in modo adeguato, io decido di partire con la BreathTermo a manica lunga e un leggero k-way legato in vita, non voglio rischiare e qualche grammo di sicurezza in più non mi cambiano la vita.
A mezz'ora dalla partenza consegniamo le borse che ci verranno portate su e ci scaldiamo, manca poco, la concentrazione adesso è tutta sulla lunga salita e i mille metri di dislivello positivo da affrontare che di mancano per concludere questo giro.
Alle 10e30 partiamo! Io mi ritrovo praticamente davanti a condurre il gruppo per le prima centinaia di metri su asfalto che ci portano fuori paese, poco alla volta e con l'inizio della pendenza si delineano le posizioni e i ritmi con cui ognuno interpreterà la gara. Un dritto bello ripido su erba ci manda su un tratto nuovamente in asfalto in piano fino agli impianti di risalita per il Lusia. Attraversiamo la strada sopra il ponte di legno della pista da sci e qui inizia la vera salita. Un piccolo momento automotivazionale sulla prima dura rampa e... ma no, si ridiscende! Una discesa facile di quasi mezzo chilometro ci fa perdere qualche metro di quota, dopo un tornantino a sinistra la salita torna a farla da padrona.
Il tracciato in origine di dodici chilometri è stato modificato e accorciato in mattinata a poco più di nove per questioni di sicurezza in quanto il sentiero troi del buro da poco ripristinato è troppo stretto e difficoltoso da raggiungere in caso di emergenza; pazienza, sarebbe stato un intermezzo in piano prima dell'attacco finale così invece la salita sarà continua fino al traguardo.
Sto bene, il passo regolare mi permette di correre anche nei pezzi più ripidi, non mi curo di chi sta davanti o dietro ma solo di stare rilassato, forzare e piantarsi sarebbe la fine. In alcuni tornanti più stretti vedo con la coda dell'occhio gli amici Claudio Braganti e Alessandro Lombardo, nel caso mi dovessero passare potrebbero essere un aiuto psicologico far fare a loro l'andatura.
A quota 1800 passiamo a fianco della stazione intermedia della funivia che ci riporterà a valle, qui c'è anche il rifugio in cui pranzeremo. Imbocchiamo la pista da sci un bel drittone corribile fino a un doppio tornantino a esse dove uno spettatore ci anticipa quel che ci aspetta "dai ragazzi adesso un pò di sapone" eh sì, adesso si inizia a ballare o meglio a sghiare, i piedi incominciano a calpestare la neve.
Poco alla volta il sentiero si trasforma in due rotaie dove poter correre, ai lati e in centro l'altezza della neve fresca aumenta sempre più. Il paesaggio cambia, tutto è bianco sembra che ci abbiano catapultato in un'altra dimensione, in un'altra stagione... i passi incerti e spesso scivolosi  mi costringono ad alternare la corsa alla camminata veloce, vengo raggiunto da Claudio e da Alessandro, due parole con loro e ognuno poi avanti col proprio ritmo.
Ad un certo punto di colpo mi ritrovo in mezzo a due muri alti due metri di neve, è una vecchia slavina, impressionante... Non vedo niente se non a pochi metri di fronte a me tanto che sento la voce di Bruno prima ancora di vederlo, "dai capitano, mancano duecento metri..." duecento?! ma non vedo nè sento nulla... è tutto ovattato ma basta fare una breve semicurva a destra e la flebile voce dello speaker si fa poco alla volta più chiara così come la vista offuscata di alcune ombre diventa nitida e mi permette di vedere l'arco gonfiabile dell'arrivo che supero a braccia alzate.
Che esperienza! Niente di epico o da supereroi, ma sicuramente molto particolare che rimarrà impresso a lungo nei miei più bei ricordi di corsa vissuta.
Tempo di farmi mettere la medaglia al collo che vengo abbracciato da una spessa coperta, subito dentro al rifugio a cambiarsi al caldo e poi giù in funivia a mangiare.

Termina così in decima posizione in classifica generale la mia sesta esperienza al giro della val di Fassa, la seconda del nuovo corso post-Traslaval. Il mio giudizio non può che essere positivo, quest'anno i percorsi grazie anche allo zampino di un persona nota ;-) sono stati eccezionali e di grande scenografia, c'è qualche aspetto ancora da sistemare ma sono veramente piccolezze, per me questo rimane sempre un appuntamento imperdibile, provatelo almeno una volta!

9,6 km 1060 D+ in 1:07'58''
15° classificato.
Le classifiche qui;
foto e comunicati stampa sul sito NewsPower.it

 
Niente può fermare Mirko in sella al suo trial...
 
 Il passaggio di Massimo Galliano nella vecchia slavina.

lunedì 1 luglio 2013

VAL DI FASSA RUNNING 2013, 4a TAPPA

[scusate il ritardo...]
L'altimetria della quarta tappa del giro mi aveva colpito già dai primi giorni di pubblicazione sul sito della manifestazione, una bella curva lineare quasi speculare che prometteva una salita lunga, ma corribile, con una discesa di uguale tenore per una distanza di oltre 14 chilometri.
"E' la mia tappa" ho pensato fin da subito, e avevo esternato questo pensiero anche la sera prima agli amici di avventura con cui condivido l'appartamento, anche se l'annullamento della seconda tappa recuperata poi mercoledì ci farà correre quattro giorni di fila col rischio che se oggi si esagera domani al tappone si arriva cotti oltremodo.

Giovedì mattina è il piccolo e grazioso parco adiacente il laghetto di Soraga che accoglie il popolo della Val di Fassa Running, la giornata è splendida, un bel sole su cielo terso con una temperatura fresca.
Carico al punto giusto alla partenza, sui primi chilometri in piano lungo la ciclabile asfaltata, le sensazioni però non sono delle migliori: le gambe girano ma una specie di affanno mi limita la respirazione e mi rende difficoltoso stare a ruota di Andrea Basoli nel gruppetto di testa. Corro ai ripari, rallento leggermente l'andatura e mi faccio riassorbire dai diretti inseguitori tra i quali c'è l'amico e compagno di squadra Davide. Durante questa fase lasciamo l'asfalto e imbocchiamo la strada forestale da dove inizia la salita vera e propria.
Cambiando la pendenza cambia anche il mio stato generale, ritrovo il giusto ritmo e con buon passo insieme a Davide ci alterniamo a salire. Questo tratto di percorso è piuttosto lungo, sulla cartina li ho calcolati in quattro chilometri, ma come ho detto con una pendenza costante che permette una volta preso il giusto passo di non avere sorprese fino allo scollinamento.
Corriamo immersi nel bosco, e mentre guadagniamo quota il panorama che poco alla volta si apre sulle punte del Catinaccio dall'altra parte della vallata è spettacolare, da foto. Lo indico con la mano più volte a Davide ma ahimè credo che impegnato com'è non riesca a cogliere il mio invito.
Terminata questa prima parte di gara dopo il ristoro ci aspettano due chilometri abbondanti in un continuo leggero vallonato, le mie gambe rispondono bene quando provo ad aumentare la velocità mentre così non fanno quelle di Davide; lo abbondano e metto nel mirino il ragazzo che mi precede e inizio a scorgere nei punti più aperti, intravedo anche una canotta rossa circa un minuto più avanti, che sia Andrea?
Raggiungo l'atleta quando incomincia la discesa, gli dico di scendere con me ma la risposta è laconica "eh magari...". Una cosa bella dei giri a tappe come questo è che inizi a conoscere oltre che al valore assoluto degli avversari anche quello più relativo sui diversi terreni, salita corribile, salita dura, discesa tecnica, discesa su forestale, etc... quest'ultima è la mia preferita dove le mie discrete qualità di stradista riescono a darmi un pizzico di vantaggio.
Mi butto giù a tutta cercando anche le migliori traiettorie tagliando le innumerevoli curve che poco alla volta ci fanno perdere quota. La canotta rossa avvistata sopra è proprio quella di Andrea, ma è ancora parecchio distante a circa 40 scooby doo (il mio personalissimo metodo per conteggiare i secondi) davanti a me. So che questa è l'ultima occasione per guadagnare qualcosa in classifica generale prima del tappone di sola salita di domani dove sicuramente sono molto svantaggiato nei confronti dei miei vicini avversari in classifica generale, e me la gioco pur rischiando una frollata di gambe.
Al cartello dei -3 km dall'arrivo aggancio Andrea, ci parliamo, reagisce e corriamo insieme fino ai meno due quando anzichè tornare sulla ciclabile svoltiamoa sinistra su per un micidiale strappetto di poco più di quattrocento metri. E' reset, le gambe si imbambolano ma riesco a superare bene l'ostacolo mentre Andrea è in parecchia difficoltà e perde parecchi secondi.
Mi gioco la tappa e scappo verso l'arrivo, con le ultime centinaia di metri su asfalto dove riesco ad essere ancora molto efficente e reattivo.

Taglio il traguardo in ottava posizione, soddisfatto per aver interpretato e gestito nel migliore dei modi questa tappa così come me l'ero immaginata, cosa che come si sà non sempre riesce.
Domani sarà un altro giorno, cercherò di conservare il passaggio in ottava posizione anche in classifica generale ma sarà veramente dura...

10,8 km 620 D+ in 1:03'44''
8° classificato.
Le classifiche qui;
foto e comunicati stampa sul sito NewsPower.it 

 Gianluca "Sensacugnisiun" scorta la prima donna