venerdì 15 maggio 2015

2a 21K BAROLO E CASTELLI DELLE LANGHE 2015

III legge della dinamica: Ad ogni azione corrisponde una reazione pari e contraria.


I giorni immediatamente successivi alla mezza di Varenne, conclusa con pessime sensazioni di gara come si può leggere nel precedente post, sono stati dedicati esclusivamente a recuperare più energie possibili per affrontare al meglio l'ultimo appuntamento di questa prima parte di stagione agonistica a cui tenevo molto, la 21 km Barolo e Castelli delle Langhe perfettamente organizzata dal vulcanico Massimo Casagrande insieme a tutto lo staff di TriangoloSport.
Quando cadi dalla malamente bicicletta hai poi paura a risalire e a pedalare di nuovo, e fuori metafora era questo il mio timore nel gareggiare di nuovo dopo soli sette giorni dalla stonata di Vigone: ricadere in una condizione fisica di grande stanchezza organica che mi avrebbe limitato parecchio nell'esprimermi al meglio sull'impegnativo percorso langarolo; la mia unica possibilità era presentarmi alla partenza il più fresco possibile. La settimana di allenamenti si è così ridotta a quattro uscite cortissime rigeneranti da mezz'oretta con un solo lavoretto il mercoledì pomeriggio consistente in un variato facile da un minuto con ugual recupero svolto bene che mi ha dato una piccola iniezione di fiducia; giovedì ho riposato e mi sono concesso un massaggio per tentare di risolvere un indolenzimento agli ischiocrurali che da tempo mi porto dietro. Solo quaranta i chilometri settimanali, escludendo la gara.

Domenica mattina al ritrovo a Grinzane Cavour la giornata si presenta bella, soleggiata ma anche calda fin dalle prime ore del mattino. Sfrutto insieme a Sarah un passaggio in macchina con Guido e Monica e si va a La Morra, da dove nel piazzale del belvedere verrà data la partenza.
Qualche minuto di riscaldamento, due chiacchiere con gli amici tra cui il favorito alla vittoria finale Michele Evangelisti e via, alle nove e mezza lo sparo di pistola ci lancia per le viuzze del paese.

Parto piano e controllo le mie ultime parole a Guido,.... macchè, qui la mettono giù dura da subito!
Il percorso in questa prima parte è molto favorevole presentando una lunga discesa fino a Verduno e i miei avversari si fanno prendere la gamba correndo a ritmi elevati. Io sono lì dietro, siamo un gruppetto di sei tra cui oltre a Michele ci sono Beppe Masaneo, con cui ci siamo già scornati in parecchie altre gare e il quarantenne Valerio Dotto, in questo ultimo periodo in una seconda giovinezza atletica e altri due ragazzi, uno non lo conosco, è un drago,... corre bene penso tra me.
Davanti si alternano in testa alla gara, io controllo,... ma in certo momenti sembra più stia arrancando. Sono già lì che mi maledico perchè inizio a perdere terreno, di poco ma sono una trentina di metri quando arriva il primo cambio pendenza, una salitella morbida di cinquecento metri. Io sono più efficace e mi ritrovo senza far chissà cosa davanti. Affronto il belvedere erboso di Verduno e continuo, in testa, sulla strada che scende di nuovo verso Roddi. Dietro mi segue Beppe e altri due poco distanti. Corro con un ritmo a me agevole senza forzare, la gara è ancora lunga e le difficoltà sono ancora tutte da affrontare. Mi godo, per quel che posso, il panorama che fa spaziare gli occhi sulle stupende colline che ci circondano. Ricordo che la salita a Roddi è più lunga, un chilometro e mezzo circa con uno strappetto più ripido nell'ultima parte. Memore delle difficoltà che ho visto patire dai ragazzi prima di Verduno provo a forzare ma senza esagerare appena la strada sale per tastare il polso dei miei avversari: allo scollinamento in piazza del comune all'ombra del bel castello mi ritrovo da solo.

Siamo a metà gara, poco meno. Adesso mi aspetta la parte secondo me più dura, cinque chilometri pressochè tutti in salita. Fa caldo, bevo a  ogni ristoro e continuo nella mia fuga solitaria. Il vantaggio aumenta, ma anche la stanchezza inizia a battermi sulla spalla.
A bordo strada c'è Sandro, amico nonchè uno degli organizzatori, due foto e mi dice dietro a sun lì ca tribulu,... sì ma anche io non è che sia una rosa di freschezza. Si passa per una capezzagna in mezzo ai filari di vite,... paesaggisticamente è uno dei punti che mi piace di più. Qui la stanchezza esce prepotente, avverto che rallento il ritmo ma stringo i denti perchè benchè ci sia da affrontare l'ultima difficile rampa in località Santa Maria poi so che mi aspetta un bel tratto in discesa.
Affronto meglio di quel che credevo questa asperità e mi lancio in discesa. Le gambe, galvanizzate anche dal fatto che il vantaggio è aumentato di parecchio girano rotonde ed efficienti sfruttando la pendenza favorevole che intorno a sedicesimo chilometro diventa un lungo e monotono falsopiano che mi porterà fino al bivio in Grinzane da cui partirà l'attacco all'ultima salita di un chilometro e mezzo fin su al castello.

Arrivo all'incrocio sulla provinciale, sinistra poi destra,... inizia l'ultima lunga salita.
Il passo si accorcia, adesso la fatica si fa sentire tutta, anche quella nervosa del stare lì davanti a condurre le danze per più di metà gara. Non so perchè ma non temo questo ultimo sforzo, quasi lo aspettavo. So di essere efficace a salire e non ne avevo paura. Cartello del ventesimo chilometro, si continua a salire,... alzo gli occhi e il castello è lassù, lassù dove devo arrivare. tornante, le urla del publico che arriva dal piazzale, tornantino a destra e ultimo rettilineo. Applausi, tifo, foto, la macchina apripista dietro che suona il clacson a festa.
Ci tenevo,... e arrivo a braccia alzate!

Sono molto contento per questa vittoria, sinceramente non credevo potessi farcela.
Ma devo farmi i complimenti per come ho gestito la settimana pregara, arrivando da una situazione non perfetta, ma soprattutto da come ho gestito la gara, vinta con le gambe e col cuore ma ancor più con la testa. Conoscere il percorso, provato un mese fa mi hai poi sicuramente aiutato.
Per la cronaca qui l'attività su strava, le foto di Monica PH e i risultati su fidalpiemonte.


venerdì 8 maggio 2015

MEZZA DI VARENNE 2015

Uno dei miei appunti annuali preferiti è da qualche tempo la mezza maratona che si corre ai primi di maggio nelle campagne vigonesi, a pochi chilometri da Torino. L'organzizazione perfetta e un bel percorso immerso nel verde, molto veloce e con la caratteristica di attraversare due tra i maneggi più importanti della zona tra cui quello che tieni in pensione il leggendario Varenne, l'hanno oramai resa una classica sempre molto ben partecipata nel panorama torinese.

Io arrivo a questa gara non in perfette condizioni fisiche, sto gareggiando spesso, troppo spesso, e la coperta in questi casi si accorcia drammaticamente tra allenamenti ridotti, gare e recuperi. Ma tant'è,... a certe gare si va per correre col cuore e così domenica mattina sono a Vigone, pronto ad affrontare i due giri del percorso.
Appena arrivo saluto subito l'amico Beppe Audenino, attivo organizzatore della gara che mi chiede se ho voglia di portare la forte atleta valdostana Catherine Bertone a correre sull'ora e quindici per tentare il pb. Un bel onore ma anche un onere, ci proverò gli dico, però poi vada come vada.
La giornata non è bella, il cielo grigio e il tasso di umidità è molto elevato; già finito il riscaldamento sono parecchio sudato. Bevo un paio di bicchieri d'acqua e mi allineo in partenza, tempo di salutare Catherine e si parte! Il ritmo è subito buono e veloce, dovremmo stare sui 3'33'' di media ma i primi chilometri sono più rapidi.
Il percorso lo conosco a memoria, dopo un primo giro di lancio in Vigone si esce dal paese per correre nelle vicine campagne. Le gambe stanno bene, riesco a correre facile anche meglio della recente LMHM ma in men che non si dica la situazione si complica. Inizio a trovare lungo già al passaggio dei primi cinque chilometri, rallento e mi defilo dal gruppetto in cui mi trovo con le prime tre donne per rifiatare un attimo ma poco cambia. Bevo ai ristori e sfrutto tutti gli spugnaggi per contrastare il clima ma all'inizio del secondo giro dopo il passaggio in Vigone la serranda scende giù di colpo. Mi sento vuoto. Per fortuna mi ritrovo con un giovane ragazzo biellese e scambiando due parole riesco a distrarmi e a fare passare il tempo che mi separa dall'arrivo. Le gambe sono pesanti, legnose e arrivare in fondo diventa quasi un'agonia. Ma si arriva.
Con un crono alto, 1:17'50'' e pessime sensazioni porto a casa questa gara. E che mi sia di lezione per il futuro ;-)