sabato 13 febbraio 2016

STRAMAGENTA 2016

Domenica scorsa l'appuntamento agonistico mi ha portato insieme a Sarah a Magenta, nell'hinterland milanese, dove la novarese Atletica Palzola organizzava la terza edizione della Stramagenta, gara a circuito cittadino con la certificazione della fidal per la distanza di 10 km; un' ottima occasione quindi per misurarsi sulla distanza e per dare una svegliata alle gambe dopo che nelle ultime tre gare avevo corso solo mezze maratone.

La mattina del 7 febbraio la giornata è umida, non fredda, ma con momenti di lieve pioggia, a Magenta siamo attesi in circa duemila concorrenti tra la prova agonistica e quella non competitiva el minuscolo palazzetto dello sport ci offre un posto coperto e caldo, dedicato a tutta la logistica della manifestazione.
La partenza è alle 10:00 ma mi porto in griglia una decina di minuti prima, in realtà non esistono griglie ma solo un ingresso dal davanti privilegiato ai primi 50 pettorali top, ingresso di cui però usufruiranno negli ultimi minuti anche diversi concorrenti non autorizzati con sonori complimenti e auguri di varia natura da noi pirla che ci eravamo correttamente posizionati.
Pazienza, allo sparo perdo veramente poco tempo a zigzagare i più lenti e a risalire parte del gruppo; la sede stradale, dopo una prima svolta a destra dopo duecento metri dallo start e abbastanza ampia e da modo di far sfogare il gruppone.
Come accennato il percorso di gara è un circuito cittadino da affrontare due volte, nei minuti prima della partenza l'amico Gianfranco Bedino mi ha ragguagliato a grandi linee su quello che ci aspetta, a voce non è veloce e inoltre il fondo bagnato farà prestare molta attenzione nei tratti in pavè e lose. E infatti tutte queste considerazioni si concretizzano in gara: una volta raggiunto il mio ritmo gara ed aver terminato di superare gli atleti più lenti mi concentro sui continui cambi di direzione e soprattutto sul fondo stradale che alterna asfalto, porfido e piastrelloni di pietra pericolosamente bagnati.
Fortunatamente le mie boston hanno un buon grip e mi permettono di correre tranquillo, anche se nelle svolte strette il timore c'è e tiro su il piede dal gas: oggi non si piega! Le gambe rispondono bene ma non sono al top, non mi sento brillante come nelle ultime gare probabilmente anche per il fatto che da tempo non correvo a questi ritmi per me molto sostenuti.
Concludo il primo giro e mi lancio per il secondo, al cartello del quinto chilometro lappo il garmin che mi rende un 16'57'', non male penso ma contemporaneamente penso anche che devo ripercorrere tutto il giro e ho un attimo di flessione mentale. Corro al limite, la lancetta è fissa e vicinissima alla zona rossa, a grandi linee mantengo sempre la stessa posizione da inizio gara e verso gli ultimi due chilometri ne guadagno qualcuna.
Patisco un leggero cedimento all'inizio del chilometro finale ma oramai il profumo del traguardo è troppo forte. Mi impegno a mantenere anocroa un'azione efficace e in spinta finchè ne ho ma senza fare alcun tipo di volata, a duecento metri dall'arrivo c'è il professor Rondelli che attende la sua atleta Reina a dare i tempi a tutti, ultima svolta e voilà il tappeto del chip.

Concludo sfinito e senza polmoni in trentesima posizione assoluta, con un crono finale di 34'00''. Soddisfatto e un pelo rammaricato per non essere riuscito a scendere anche solo di un paio di secondi sotto i 34 minuti ma va bene cosi, considerato il percorso molto nervoso, il clima e preparazione. Qualche critica per l'organizzazione c'è stata, speriamo ne facciano tesoro.