mercoledì 27 febbraio 2008

MELE...

Leggendo il depliant della Mezza Maratona di Torino, in programma il prossimo 16 di Marzo, sono venuto a conoscenza che questa manifestazione sarà abbinata alla seconda edizione della “Apple Run” che si svolgerà Sabato 15 Novembre a Cavour.
Questo gemellaggio prevede la somma punteggi dei primi 50 uomini classificati e delle prime 30 donne in entrambe le gare. La classifica finale premierà i primi 15 uomini e le prime 10 donne con il proprio peso in… mele! In percentuale decrescente (100% i primi 5 uomini e prime 5 donne, 50% fino al decimo/a e il 15% fino al 15esimo). E vai di macedonia…
Sarebbe stato simpatico partecipare, avevo in mente una mezza in questo periodo prima che mi infortunassi e la scelta sarebbe dovuta ricadere tra questa gara e la mezza del Lago Maggiore che si svolgerà domenica prossima. Inoltre a Cavour andrò sicuramente, la prima edizione dell’Apple Run mi è piaciuta molto; temevo che avrebbero organizzato solo una maratonina come viene riportato nel calendario regionale Fidal, ma a questo punto credo che Sabato 15 si correrà l’ Apple Run di 9 km e Domenica 16 la mezza se verrà confermata.

Aggiornamento infortunio: purtroppo appena provo a correre due giorni di seguito il dolore ricompare, ho prenotato un’ecografia per il 17 di Marzo per vedere se si tratta solo di una brutta infiammazione o di qualcosa di peggio (sgrat sgrat…). Sono un po’ demoralizzato, stavo facendo una buona preparazione invernale ed ero fiducioso per le gare su strade.
Pazienza.

domenica 17 febbraio 2008

FOTO CROSS DI BORGARETTO

Stamattina sono andato a vedere il Cross di Borgaretto, classico appuntamento della stagione invernale piemontese.
Ottima la prova di Enzo Falco, che, nella batteria riservata alla sua categoria, ha vinto molto facilmente correndo pressochè tutta la gara solitario al comando. Sicuramente avrebbe ben figurato nella batteria successiva, quella riservata agli Atleti e TM, vinta da Nicola Ciavarella. Molto buone le prestazioni degli amici Alpini, presenti nelle primissime posizioni con Valerio Sgura, Andres Escobar, Bruno Pasqualini e Matteo Malerba.
Ecco alcune foto della giornata:

giovedì 14 febbraio 2008

IL "NEGATIVE SPLIT"

Nel post sulla Tutta Dritta avevo accennato al cosiddetto “Negative Split”; il fatto cioè di correre la seconda metà di gara più velocemente della prima.
Ciò può essere abbastanza semplice in una gara di 10 chilometri, un po’ meno in una più lunga come la maratona.
Riporto di seguito un approfondimento di Enrico Arcelli sul Negative Split in maratona nato dall’analisi del recente record del mondo di Haile Gebrselassie:


“Secondo me è il caso di analizzare in maniera un po' approfondita il record del mondo della maratona che Haile Grebrselassie ha ottenuto a Berlino il 30 settembre 2007. Il suo tempo finale è stato di 2.04'26", vale a dire 29" in meno di quanto il vecchio primatista, il keniano Paul Tergat, aveva ottenuto nel 2003, sempre nella gara di Berlino che, come ben si sa da tempo, è una delle più veloci del mondo. La prima considerazione è che l'etiope ha corso ogni frazione di 1000 m in qualche centesimo meno di 2'57", per la precisione in 2'56"96. Già questo è un dato straordinario per chi capisce di corsa lunga: significa, per esempio, correre 4 volte di seguito i 10.000 m in 29'29"6 e poi compiere altri due chilometri e rotti allo stesso ritmo!
Ma ci sono altri elementi molto interessanti in questo primato.

IL NEGATIVE SPLIT. - Gebre ha corsa la seconda metà (1.01'56") più veloce della prima (1.02'29"), un fatto che di solito succede soltanto ai grandi campioni. Com'è possibile che un atleta riesca a fare una cosa di questo genere?
Anni fa, quando ancora non si parlava di negative split per definire il fatto di riuscire a fare i secondi 21,1 km in un tempo migliore dei primi, avevo sostenuto che nel corso della maratona ci sono almeno due fattori che possono fare sì che nel finale di gara si vada più piano (ma possono essere di più di due se, per esempio, la temperatura ambientale e l'umidità sono alte e se l'atleta suda molto):
- il primo è che nel corso della gara il quoziente respiratorio tende ad abbassarsi, la qual cosa significa che - a parità di ossigeno utilizzato - i muscoli hanno a disposizione una minore quantità di energia; questo abbassamento del quoziente respiratorio è tanto minore quanto più allenato è l'atleta;
- il secondo è che la stanchezza rende la corsa più costosa e, dunque, fa sì che si vada più piano a parità di spesa; anche in questo caso, l'alto livello della preparazione fa sì che il peggioramento si riduca.
A causa di questi due fattori, in pratica, è come se per ogni minuto da un lato l'organismo disponesse di una minore quantità di "benzina" e, dall'altro, dovesse spenderne di più per correre alla stessa velocità. E' questa la ragione per la quale la maggior parte dei maratoneti amatoriali ha un finale di gara più lento. Ma esiste, poi, un fattore che, invece, aiuta ad andare più forte:
- vi è una diminuzione del peso corporeo, dovuta al fatto che si perde sudore e che, mentre si corre, si espira un gas (l'anidride carbonica) che è più pesante del gas che si inspira (l'ossigeno); siccome la spesa per correre è direttamente proporzionale al peso corporeo, ecco che essere più leggeri significa andare più veloci.
Nei maratoneti molto ben allenati e di altissimo livello, quest'ultimo fattore può prevalere sugli altri due e, così, per costoro ci può essere in negative split.

L'ESTREMA UNIFORMITA' DEL PASSO. - Un dato straordinario nella maratona di Gresilassie è stata l'uniformità dell'andatura. Questi, infatti, sono stati i suoi passaggi e i tempi parziali per ogni frazione di 5000 m:
Distanza Passaggio Parziale
5 km 14'44" 14'44"
10 km 29'27" 14'43"
15 km 44'16" 14'50"
20 km 59'10" 14'54"
25 km 1.14'05" 14'55"
30 km 1.28'56" 14'51"
35 km 1.43'38" 14'43"
40 km 1.58'08" 14'30"

Subito si vede come siano stati vicini l'uno all'altro i tempi su ciascun tratto di 5.000 m: il più lento è stato di 14'55" (dai 20 ai 25 km), il più veloce di 14'30"; se, però, si esclude quest'ultimo parziale (ottenuto dai 35 ai 40 km, quando il traguardo era ormai vicino e l'etiope ha potuto dare tutto quello che aveva in corpo), la frazioni più veloci diventano di 14'33" (la seconda e la penultima), con una differenza nei tempi fra i due estremi di soli 12 secondi.
La velocità media sulla maratona di Gebre è stata di 20,346 km/h e, quando si confronti tale dato con quello della velocità sulle varie frazioni, anche tenendo conto del fatto che la spesa sale in maniera diretta con l'aumento della velocità, ci si rende conto di quanto straordinaria sia stata la regolarità:
Tratto di gara Velocità Differenza percentuale
(km) (km/h) con la velocità media
0-5 20,362 - 0,08%
5-10 20,385 +0,10%
10-15 20,225 - 0,59%
15-20 20,134 - 1,04%
20-25 20,112 - 1,15%
25-30 20,202 - 0,71%
30-35 20,385 +0,19%
35-40 20,690 +1,69%
40-42,2 20,905 +2,75%
Sempre non tenendo conto di quanto è successo dal trentacinquesimo chilometro in poi, le differenze di velocità sono state dell'1,15% o inferiori!

QUANDO E' VANTAGGIOSO TENERE UN'ANDATURA COSTANTE. - L'esperienza da campo indica che nelle gare del mezzofondo e del fondo è vantaggioso, quando si voglia ottenere la migliore prestazione cronometrica possibile, mantenere una velocità di gara estremamente costante. Ma questo vale soltanto a partire dai 1500 m. Succede, infatti, che, nelle gare più brevi dei 1500 m, questa distribuzione dello sforzo non è la più favorevole:
- negli 800 m, come abbiamo cercato di dimostrare in un articolo che è uscito sul n. 2/2007 di Atleticastudi (oltre che da me, è firmato da Antonio Dotti, da Pietro Luigi Invernizzi e da Antonio La Torre), è preferibile avere un avvio più veloce, con i primi 200 m del 2,1-6,6% più veloce della media dell'intera gara e con i primi 400 m più veloci di essa dello 0,7-3,7%;
- nei 400 m, invece, come è stato visto da due studiosi tedeschi sulle finali maschili e femminili di due campionati del mondo, succede invece che, già dopo i primi 100 m, i tempi per ogni frazione di 50 m tendono a peggiorare; la velocità, insomma, è in calando (chi nell'ultimo rettilineo sembra accelerare, in altre parole, è quello che cala meno di tutti gli altri). Questa sembrerebbe essere la tattica più proficua per ottenere il risultato migliore.

I GRANDI MERITI DI GEBRESILASSIE. - Gebresilassie ha 34 anni ed ha avuto una straordinaria carriera come specialista dei 5.000 m e dei 10.000 m; era fortissimo nel passo (tanto da avere ottenuto dei primati che, all'epoca, erano davvero eccezionali), ma ancora di più nella volata finale. Era anche un atleta molto duttile, tanto da essere stato capace di vincere un titolo mondiale indoor nei 1500 m. Un altro grande merito è stato anche quello di essere capace, per passare dal mezzofondo alla maratona, di cambiare la sua tecnica di corsa: da rimbalzante quale era, a circa 30 anni è riuscito a farla diventare "piatta", come è indispensabile che sia nella maratona. Si tratta di un merito non da poco.

E' UN RECORD MOLTO VALIDO - Qualcuno ha scritto che Gebre ha battuto di poco il record di Tergat. Non sono d'accordo: nella maratona, infatti, mezzo minuto di progresso, a parer mio, è davvero molto. E' stato anche scritto che i tempi sono maturi per tempi sotto 2.03'. Chi non conosce la maratona, tende spesso a dire che i tempi su questa distanza sono poco significativi e che i margini di progresso sono molto ampi. A parer mi si tratta di errori grossolani. Nei 100 m, per esempio, i fattori che possono determinare una variazione nel tempo ottenuto (a partire dal vento e dall'altitudine) incidono in maniera ben più pesante che nei 42,2 km, quando le gare siano state corse in piano e con condizioni climatiche accettabili. I primati ottenuti ora, inoltre, sono - secondo me - molto validi, anche se soltanto quello che succederà in futuro ci potrà dare una visione più chiara di quella che possiamo avere adesso”.
(www.novarunning.it)

sabato 9 febbraio 2008

MEDIO (DEGLI ALTRI...) LUNGO PO

Oggi pomeriggio sono andato a correre facile su lungo po.
Sapevo che Enzo e Gianni si sarebbero trovati con altri atleti per fare un medio e mi sono aggregato. Io ho corso solo durante il loro riscaldamento, sono ancora in fase “convalescenziale” e non vorrei tirare troppo la corda per poi trovarmi nuovamente fermo. Erano presenti Enzo, Gianni, Ciantia, Curreli, Escobar e Gioda, che hanno svolto il medio su distanze differenti.
Ecco i tempi:
Enzo Falco 26’02’’ (8 km)
Sergio Curreli 26’20’’ (8 km)
Andrès Escobar 26’20’’ (8 km)
Salvatore Ciantia 26’40’’ (8 km)
Paolo Gioda 32’40’’ (10 km)
Gianni Crepaldi 39’00’’ (12 km)
Ottimo allenamento per tutti, con medie al chilometro sui 3’15’’ o leggermente più lente, che vuol dire correre su un percorso come quello di lungo po. Buone prospettive per Paolo e Gianni che domenica prossima gareggeranno ai Campionati Italiani Societari di Monza.

martedì 5 febbraio 2008

SEMBRA...

...tutto a posto. Sembra...

Stasera poco meno di 10 chilometri dopo 3 settimane di stop a un'andatura facile facile. Indolenzimento generale ma il ginocchio non mi da fastidio. Sento che non richiamo ancora bene la gamba destra dopo l'appoggio ma credo che sia più un fatto psicologico che altro.
Adesso si ricomincia piano piano...
Speruma bin...