mercoledì 21 settembre 2016

14a MARCIALONGA 2016


"Io ci provo Matteo, rischio. Non ho voglia di restare da solo gia da adesso". "E' ben quello che pensavo mentre venivo a prenderti".

Insieme a Sarah raggiungiamo l'amata val di Fassa al venerdì sera in modo da poterci godere, oltre che la gara, anche qualche giorno di relax fino a mercoledì.
Domenica mattina la giornata è ben diversa da quella dell'anno scorso quando le punte delle montagne erano spolverate di neve e l'aria pungente; oggi un clima caldo, quasi anomalo per essere i 4 di settembre, ci accoglie a Moena tanto che il riscaldamento si può già tranquillamente effettuare in pantaloncini e canotta. Negli attimi prima di questo, durante la preparazione e la consegna delle borse, ci incrociamo con l'amico di Trento Matteo.
Ci eravamo salutati il giorno del tappone finale della VdFR promettendoci di rivederci in questi giorni per un caffè visto che non era sua intenzione correrla, poi mi racconta di un cambio di programmi ed eccolo qui anche lui in scarpette e pettorale spillato pronto a correre i 26 chilometri della Marcialonga Running che da Moena lungo un discesa leggera ma costante prima della salita finale ci porteranno a tagliare il traguardo in centro a Cavalese, unendo idealmente la val di Fassa con la val di Fiemme all'ombra delle belle montagne dolomitiche patrimonio dell'Unesco.
Anche quest'anno, (forse l'ultimo? chissà) posso usufruire per i risultati conseguiti nelle passate edizioni di un pettorale basso che mi permette di portarmi in griglia pochi attimi prima che il giudice di partenza dia il via.
Non ho ancora chiara quale sarà la mia tattica di gara, pensando all'anno scorso quando ero partito più accorto per dei noiosi fastidi articolari alle caviglie devo dire che sto sicuramente meglio, e anche il confronto con gli allenamenti svolti è positivo. La gara però è lunga e luglio e agosto per me sono sempre due mesi difficile da gestire parlando di allenamenti per la morsa del caldo umido che attanaglia Torino e la necessità di rifiatare dopo una prima parte di stagione sempre molto impegnativa.
Non sapendo dunque cosa fare,... improvviso. Allo sparo il gruppo di atleti si lancia sulla larga via centrale di Moena, i primi top si involano velocemente mentre un gruppetto più nutrito che fa da contorno alle prime donne mi precede di una decina di metri. E' un attimo, decido di accodarmi a loro e vedere quale ritmo intendono tenere in questa prima parte di gara. Usciti da Moena, poco prima della grande rotonda si svolta brevemente a sinistra per imboccare la pista ciclabile. Sfrutto la curva per buttare un occhio dietro e vedo che il distacco con gli atleti più prossimi a noi è già ampio, solo Matteo sta ricucendo il gap e dopo poche centinaia di metri mi raggiunge. "Ho fatto fatica a raggiungerti" mi confessa e io gli dico che proverò a rimanere lì fino a che ne avrò: "Io ci provo Matteo, rischio. Non ho voglia di restare da solo già da adesso". "E' ben quello che pensavo mentre venivo a prenderti".
La nostra corsa continua così fino all'ingresso in Predazzo, qui il plotoncino a seguito di una palese accelerazione della Toniolo si sgrana, io perdo quasi contatto e così dietro a me Matteo, "tu vai non aspettare me" sento da lui dietro ma in realtà io sto cercando di limitare i danni, la gara è neanche a metà e sto correndo dall'inizio a un ritmo sostenuto. Usciti dal paese si riprende la ciclabile che taglia i larghi prati tra Predazzo e Ziano di Fiemme, per me è un momento di leggera flessione tanto che intorno al tredicesimo chilometro il mio compagno d'avventura ricuce nuovamente il gap; si corre di nuovo affiancati, la ritrovata compagnia mi rinvigorisce e con nuova linfa copriamo i chilometri di asfalto oltrepassando in successione i paesi di Ziano, Panchia e Tesero. Arriviamo a Masi di Cavalese dove c'è il tappeto per la rilevazione cronometrica del passaggio alla mezza, non guardo il garmin e passo oltre, sono gli ultimi momenti di falsopiano a scendere e c'è da iniziare a trovare le residue energie oltre che la motivazione per affrontare l'ultimo tratto di quattro chilometri tutti di salita.
Salita che inizia dopo lo stretto zig-zag del sottopasso pedonale che ci porta al di là della statale, curva a destra e si sale! Al cambio di pendenza le gambe reagiscono bene, dopo i primi istanti in cui la sensazione è quella di correre sul posto riprendo a essere efficiente nel correre i primi tornanti su asfalto per poi passare su sterrato.
Sono stanco, indubbiamente, ma sto bene. Mi sto divertendo e ringrazio per essere lì in quel momento a faticare come un matto. Si ripassa su asfalto, un strappo più impegnativo che svolta a destra e poi di nuovo lo sterrato, gli zii Sandra e Stefano a fare le foto e il tifo, il passaggio nella vecchia galleria della ferrovia dove sorpasso un atleta con le forze al lumicino e poi fuori per entrare in Cavalese. Una svolta a sinistra in discesa e infine su, sul rettilineo finale.
E voilà: dopo 1:37'15'' taglio il mio sesto traguardo alla Marcialonga Running. Soddisfatto? Sì dai, non ho raggiunto l'obiettivo che avevo in mente o meglio il desiderio di stare sotto l'1:36', anzi ho corso anche una quarantina di secondi più lento dell'anno scorso, ma le buone sensazioni provate in gara e tutto il clima che si respira in questa manifestazione non possono che lasciare un buon ricordo.

Dopo qualche istante arriva Matteo e poi pian piano tutti i 1300 iscritti a questa bella gara che mi regala col ventitreesimo posto in generale un insperato ultimo gradino del podio di categoria e un graditissimo trofeo in cirmolo dopo quello vinto nel 2013. "mi devi offrire una birra che mi hai portato via il podio" mi dice scherzando Matteo,... e birra sia!
Si conclude così, vicino allo stand della Forst questa bella giornata di sport e amicizie, mentre per me e Sarah invece ci aspettano ancora due giorni nella magica valle, col pensiero al prossimo appuntamento agonistico che ci riporterà a breve in trentino (strano nè?!)
Tutti i risultati della manifestazione qui.