sabato 27 gennaio 2018

PROSECCO RUN 2017

Dopo la nostra prima esperienza nel 2016 sulle strade di Vidor anche quest'anno insieme a Sarah abbiamo deciso di correre la mezza maratona che in onore del prodotto locale più conosciuto e famoso ne prende il nome. Arriviamo in zona sabato pomeriggio, giusto in tempo per ritirare il pettorale e fare un giro in cantina ad acquistare del vino Prosecco da portare a Torino, prima di rientrare in agriturismo per cena.
Domenica mattina la giornata è fredda e tersa, svolgo un riscaldamento lungo per cercare di partire ben caldo ma i minuti di ritardo prima dello start vanificano in parte il mio intento. Si parte in prossimità della cantina La Tordera, una delle tante che toccheremo o attraverseremo in questa particolare gara che si sviluppa sulle colline adiacenti la cittadina trevigiana di Vidor.
Al via un primo gruppo di atleti si assesta in testa alla gara mentre io cerco da subito un passo facile ma soprattutto cerco di scaldarmi bene. Durante questi primi momenti di gara mi sento salutare da un atleta che mi raggiunge da dietro, è l'amico Tiziano Nandi! Ricambio con piacere i saluti e insieme corriamo un paio di chilometri sullo sterrato zig-zagando le buche in cui le pozzanghere  sono ghiacciate per la temperatura rigida della notte.
Io sto bene e anche le gambe girano bene ma patisco un pò il freddo tanto che corro questi primi cinque chilometri in modalità defrost non ancora pienamente a mio agio. Il gruppetto che si era formato qualche attimo prima si avvantaggia poco alla volta nei miei confronti, la strada adesso su asfalto è in leggerissima pendenza a salire e insieme ai raggi del sole che inizia ad alzarsi riesce a farmi entrare finalmente in temperatura.
Appena percepisco questo nuovo calore la mia corsa diventa più efficiente e il ritardo che accusavo nei confronti dei miei diretti avversari incomincia a ridursi fino ad annullarsi una volta entrati in Colbertaldo grazie anche a un paio di attraversamenti tra vicoli e case che rallenta quelli davanti costretti alla fila indiana. Da qui iniziano le prime pendenze più importanti e io, ringalluzzito dall'essermi riportato sotto, creo subito scompiglio rilanciando l'azione e portandomi in testa al gruppetto per aumentare leggermente il ritmo.
La fila si allunga e qualche atleta tra cui Tiziano perde contatto e io rimango in compagnia di due ragazzi che indossano una canotta rossa della stessa società locale, uno più giovane e uno più grande che corre con facilità e sembra che stia gareggiando per aiutare l'amico. La strada continua con un alternarsi di ondulazioni fino all'ingresso nella prima cantina che oltrepassiamo velocemente per poi continuare sul percorso che si sviluppa sulla zona più alta di queste colline.
Conosco il percorso, e sfruttando un tratto in discesa più accentuato ma molto ben corribile provo ad avvantaggiarmi quando mancano cinque chilometri all'arrivo. Il ragazzo più giovane che già vedevo essere al limite perde contatto in maniera piuttosto evidente mentre l'altro, più efficiente, rimane insieme a me e dà l'idea di aver ancora parecchie energie da spendere.
Siamo arrivati nel tratto in sterrato dove i percorsi della mezza e della camminata non competitiva si incontrano. Percepisco che il mi compagno di corsa stia per avvantaggiarsi e allora gioco d'astuzia e attacco bottone chiedendogli quanto abbia in mezza; scambiamo così due parole e per qualche centinaia di metri rimaniamo ancora insieme fino a che giunti in un punto stretto dove si deve oltrepassare un piccolo ruscello aumenta il ritmo e poco alla volta si allontana.
Manca oramai veramente poco, ho appena oltrepassato il cartello del km 19 e sto ancora bene. Mi volto più per curiosità che per sicurezza e vedo la canotta rossa dell'altro ragazzo in lontananza. Mi gusto queste ultime battute di gara, una breve ma impegnativa rampa in asfalto mi riporta sulla strada principale e da qui dopo aver accarezzato il maestoso campanile di Vidor percorro l'ultimo rettilineo che costeggia il centro polivalente in cui è posto l'arrivo.
C'è Sarah, infreddolita per l'attesa avendo corso la distanza ridotta sui dieci chilometri, che mi aspetta per darmi il cinque, svolta a destra e l'arrivo sul traguardo una manciata di secondi sotto l'ora e ventun minuti.
Sono molto soddisfatto da questa mia gara che concludo in ottava posizione assoluta ma con un crono di un minuto e mezzo più lento dell'anno scorso. Le sensazioni però sono state buone e correre in un percorso scenografico come questo ha un suo valore aggiunto.
La mia attività su Strava qui.

(attenzione al minuto 3'38'')