Neanche il tempo di recuperare le forze dall'impegno della Val di Fassa Running che eccomi nuovamente pronto a gareggiare nella gara che mi ha visto all'esordio l'anno scorso e che mi ha subito conquistato: la Mapei Day ovvero la classica salita ciclistica da Bormio al passo dello Stelvio fatta,... di corsa! Per dare l'idea di cosa rappresenta solo due veloci numeri: 21,1 km per 1550 metri di dislivello positivo, dai 1225 mt. di Bormio ai 2758 del passo, in poche parole una mezza maratona su una rampa di lancio!
L'anno scorso fu la mia prima partecipazione, una vera e propria scoperta di una gara a me nuova per la sua particolarità, e quest'anno ero preparato a cosa mi attendeva e per certi versi ciò mi tranquillizza.
Durante la settima trascorsa a Torino dopo il rientro dalla val di Fassa non ho corso molto, gambe giustamente stanche e un clima pessimo molto umido che fa passare la voglia di correre; la sensazione durante questi giorni è che il recupero non sia stato completo.
Con Sarah arriviamo sullo Stelvio venerdì pomeriggioe trascorriamo il sabato a goderci un bel fresco e l'aria sottile della quota. Domenica mattina la giornata è bella alla partenza a Bormio, cielo terso e temperatura calda. Poco prima dello start piacevole ritrovo con Ana e Solerte anche loro reduci del giro fassano.
Alle 8e50 si parte. A differenza della passata edizione il via non viene dato subito ma veniamo accompagnati per circa duecento metri fin di fronte alle terme di Bormio dove per tradizione incomincia la salita e dove sono piazzate le antenne per il rilevamento dei chip.
Sono in prima fila ma al via vengo immediatamente sorpassato da parecchi atleti che hanno avuto un avvio molto rapido tanto che mi giro a destra e sinistra e stupito mi domando se sanno che gara stiamo andando a fare. Iniziano a ronzarmi nel cervello le parole che mi ha detto Ana pochi minuti fa, fino al quinto chilometro devi dormire,... Affrontando i primi larghi tornanti si incomincia a mettere dislivello sotto le suole e ad allontanarci da Bormio. Fa caldo e pur non abbandonando la mia sana abitudine nel fare le traiettorie più redditizie in curva cerco di stare nei punti più ombreggiati.
Si esce da Bormio per addentrarci nella valle del Braulio, la pendenza c'è ma non è eccessiva, scambio due parole con un ragazzo a me sconosciuto ma che indossa la canotta del Roata Chiusani giusto per distrarmi un attimo dalla gara che è solo all'inizio. Guadagno qualche posizione nei confronti di chi probabilmente ha calibrato male le forze in partenza, sto bene cavolo! Vorrei osare qualcosina in più ma Ana continua a ripetermi in testa fino al quinto chilometro devi dormire,... e dormiamo, se così si può dire. Raggiungo un ragazzo che riconosco subito dallo stile impettito e che l'anno scorso sorpassai intorno al decimo chilometro, due parole anche con lui che mi confessa che quest'anno è fuori forma e continuo per la mia strada arrivando nella zona delle gallerie. Questo è l'ultimo tratto con una pendenza ancora accettabile prima di arrivare al sinuoso zig-zag della strada che si appoggia al versante della montagna detto spondalunga.
Sto ancora bene, continuo alla spicciolata a sorpassare qualche concorrente oltre che ai camminatori e ciclisti presenti sul percorso. Affronto bene i tornanti della spondalunga, la mente vola allo scorso anno quando proprio in questo punto incominciai una bella progressione che mi portò a un gratificante risultato finale e spero che anche quest'anno qui possa esserci la chiave di volta della mai gara. Dopo il ristoro del decimo chilometro la pendenza si addolcisce per un lungo tratto che taglia il pianoro di pian del grembo. Raggiungo, dopo che erano nel mirino da diversi minuti, due atleti che corrono affiancati e supportati da un conoscente in bicicletta. Mi accodo e con loro arrivo fino al cartello dei -5 chilometri all'arrivo. Per un curioso effetto prospettico notato nei giorni precedenti al superamento di questo cartello si apre alla mia destra la visuale sulle costruzioni presenti al passo. Da qui abbiamo così un riferimento visivo di dove dobbiamo arrivare e in questo momento sinceramente non è tanto di aiuto. La stanchezza infatti incomincia a prendersi gioco di me e quando la strada riprende a salire più ripida accuso i primi segnali di fatica. Ma non mi faccio prendere dal panico, lascio proseguire i due e prendo un passo consono alla situazione.
Siamo alti, la quota si fa sentire e anche il sole picchia forte dietro la schiena, sono assetato e il sudore non fa in tempo a bagnare la canotta che si asciuga. Giungo al bivio con il valico svizzero, un pò di tifo intorno all'ultimo ristoro e via ancora su per gli ultimi tre chilometri di gara.
Nel mentre già da diversi chilometri ci stanno superando i ciclisti in gara impegnati sullo stesso percorso e che sono partiti mezzora dopo di noi, anche loro come noi col volto tirato alla conquista del traguardo oramai vicino.
Gli ultimi due chilometri sono eterni, sono al limite e non ho quasi più nulla da offrire alle mie gambe per farmi arrivare lassù. Piano piano col mio passettino corto e rapido affronto gli ultimi tornanti, il cartello dell'ultimo chilometro è una benedizione, la mente è un filo annebbiata dallo sforzo ma sono ancora abbastanza lucido per godermi questi ultimi momenti di gara.
Ai -300 metri c'è il nostro albergo semicurva a sinistra e ultimo tornante secco a destra sul rettilineo finale.
E' fatta! Due passi barcollando per prendere la medaglia e anche questo Stelvio è stato domato!
Si esce da Bormio per addentrarci nella valle del Braulio, la pendenza c'è ma non è eccessiva, scambio due parole con un ragazzo a me sconosciuto ma che indossa la canotta del Roata Chiusani giusto per distrarmi un attimo dalla gara che è solo all'inizio. Guadagno qualche posizione nei confronti di chi probabilmente ha calibrato male le forze in partenza, sto bene cavolo! Vorrei osare qualcosina in più ma Ana continua a ripetermi in testa fino al quinto chilometro devi dormire,... e dormiamo, se così si può dire. Raggiungo un ragazzo che riconosco subito dallo stile impettito e che l'anno scorso sorpassai intorno al decimo chilometro, due parole anche con lui che mi confessa che quest'anno è fuori forma e continuo per la mia strada arrivando nella zona delle gallerie. Questo è l'ultimo tratto con una pendenza ancora accettabile prima di arrivare al sinuoso zig-zag della strada che si appoggia al versante della montagna detto spondalunga.
Sto ancora bene, continuo alla spicciolata a sorpassare qualche concorrente oltre che ai camminatori e ciclisti presenti sul percorso. Affronto bene i tornanti della spondalunga, la mente vola allo scorso anno quando proprio in questo punto incominciai una bella progressione che mi portò a un gratificante risultato finale e spero che anche quest'anno qui possa esserci la chiave di volta della mai gara. Dopo il ristoro del decimo chilometro la pendenza si addolcisce per un lungo tratto che taglia il pianoro di pian del grembo. Raggiungo, dopo che erano nel mirino da diversi minuti, due atleti che corrono affiancati e supportati da un conoscente in bicicletta. Mi accodo e con loro arrivo fino al cartello dei -5 chilometri all'arrivo. Per un curioso effetto prospettico notato nei giorni precedenti al superamento di questo cartello si apre alla mia destra la visuale sulle costruzioni presenti al passo. Da qui abbiamo così un riferimento visivo di dove dobbiamo arrivare e in questo momento sinceramente non è tanto di aiuto. La stanchezza infatti incomincia a prendersi gioco di me e quando la strada riprende a salire più ripida accuso i primi segnali di fatica. Ma non mi faccio prendere dal panico, lascio proseguire i due e prendo un passo consono alla situazione.
Siamo alti, la quota si fa sentire e anche il sole picchia forte dietro la schiena, sono assetato e il sudore non fa in tempo a bagnare la canotta che si asciuga. Giungo al bivio con il valico svizzero, un pò di tifo intorno all'ultimo ristoro e via ancora su per gli ultimi tre chilometri di gara.
Nel mentre già da diversi chilometri ci stanno superando i ciclisti in gara impegnati sullo stesso percorso e che sono partiti mezzora dopo di noi, anche loro come noi col volto tirato alla conquista del traguardo oramai vicino.
Gli ultimi due chilometri sono eterni, sono al limite e non ho quasi più nulla da offrire alle mie gambe per farmi arrivare lassù. Piano piano col mio passettino corto e rapido affronto gli ultimi tornanti, il cartello dell'ultimo chilometro è una benedizione, la mente è un filo annebbiata dallo sforzo ma sono ancora abbastanza lucido per godermi questi ultimi momenti di gara.
Ai -300 metri c'è il nostro albergo semicurva a sinistra e ultimo tornante secco a destra sul rettilineo finale.
E' fatta! Due passi barcollando per prendere la medaglia e anche questo Stelvio è stato domato!
Concludo questa mia esperienza in tredicesima posizione assoluta col tempo di 1:52'16'', i quarantacinque secondi impiegati in più rispetto al 2015 sono il segno tangibile della difficoltà avuta nella seconda parte di gara che però sono riuscito a gestire ancora bene.
La giornata termina infine nel pomeriggio in piazza a Bormio dove ci saranno tutte le premiazioni e l'arrivederci dei bravi organizzatori all'edizione 2017. Ci sarò!
La giornata termina infine nel pomeriggio in piazza a Bormio dove ci saranno tutte le premiazioni e l'arrivederci dei bravi organizzatori all'edizione 2017. Ci sarò!
la strada che si inerpica sulla spondalunga vista da sotto e da sopra con anche il tratto delle gallerie
8 commenti:
Molto bello! Chissà che fatica però! Ho visto di questa gara particolare solo quest'anno, per he qualche amico l'ha fatta in bici. Particolare, non c'è che dire! Bravo come sempre :)
Grazie Marti! Bella e dura!
se ti interessa il prossimo anno dal versante trentino c'è ai primi di giugno la Stelvio Marathon, 42 o 26 km mista con gli ultimi 7 km sui tornanti asfaltati.
Sempre velocissimo Frank,e forse più salita c'è e più ti esalti...complimenti caro.
Grazie Kikkone! Ho imparato ad apprezzare la salita,... è un pò anche una corsa introspettiva. E poi come dicevo a Sarah l'altro giorno c'è qualcosa di inconscio che mi attira. A presto!
anche quest'anno nienrte. ma prima o poi.
grandissimo come sempre
Grazie Nino!
Hai imparato ad apprezzare la salita?...Da quella al trail il passo è breve :-DD
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