martedì 2 maggio 2017

SARNICO LOVERE RUN 2017


"Ecco il cartello del chilometro 24, solo adesso mi concedo la possibilità di guardare il garmin e fare una proiezione finale sul mio crono".


Dopo la prima esperienza del 2016 sul lago d'Iseo per la Sarnico Lovere Run decidiamo con Sarah di tornare a correrla, entusiasti per la bellezza del posto e per l'eccellente organizzazione. Sfruttando inoltre il ponte del 25 aprile ci attendono quattro giorni intensi di corse a cavallo tra il lago d'Iseo e quello di Garda. Ma andiamo con ordine.

Domenica l'appuntamento è a Sarnico dopo il trasferimento con la navetta da Lovere, dove soggiorniamo. Purtroppo Sarah non è con me, una noiosa fascite plantare le rende la corsa difficoltosa costringendola a ripiegare sulla non competitiva di sei chilometri. Arrivo a Sarnico molto presto, manca un'ora e mezza alla partenza che trascorro a chiacchierare con l'amico Matteo Ghezzi. Con l'avvicinarsi dello start sale un pò la tensione, la gara è lunga ma nelle ultime due settimane mi sono allenato bene con buone sensazioni, voglio fare bene per riscattare la prima parte di stagione in cui ho tribolato e questa mia voglia mi toglie parte della tranquillità che invece servirebbe prima della gara. Dopo un breve riscaldamento entro in griglia, manca quasi un quarto d'ora ma è già quasi piena. Riesco ad avvicinarmi abbastanza bene nelle prime file seguito dall'amico Claudio con cui abbiamo deciso di correre la prima parte insieme su un ritmo di 3'45'' al chilometro.
Allo sparo ci muoviamo bene e con un veloce zig-zag risaliamo parte del gruppo, passiamo il cartello del primo chilometro, "non potevamo fare meglio - dico a Claudio che mi segue come un'ombra - 3'46''!" La mia corsa è facile ma le gambe non sono leggere, una sensazione che avevo già provato poco prima nel riscaldamento, il ritmo iniziale non troppo impegnato mi permette comunque di correre bene e di coprire i primi dieci chilometri senza grosse difficoltà recuperando diverse posizioni.
Stiamo correndo un pelo più veloci di quello che ci eravamo detti ma stiamo entrambi bene e decidiamo di continuare su questo passo. Usciti da Sarnico la strada costeggia il lago ed è un piacere per gli occhi, la giornata è bella e soleggiata ed una leggera brezza mantiene la temperatura gradevole. I chilometri scorrono velocemente e quasi senza accorgermene mi ritrovo a lappare il garmin al cartello del quindicesimo chilometro. Davanti a noi un gruppetto di atleti tra cui il top runner Giovanni Gualdi che credo oggi stia facendo da accompagnatore vedendolo parlare spesso con gli altri concorrenti si avvicina sempre di più fino a che riusciamo ad agganciarlo, corriamo insieme qualche centinaio di metri e poi lo superiamo.
Si crea dello scompiglio, un paio di ragazzi rimangono a ruota mentre altri rimangono sui loro passi, in particolare un ragazzo in divisa verde, bagnato come se fosse appena uscito dalla doccia vestito, reagisce e torna in testa del plotoncino. Siamo all'inizio dell'unica asperità del percorso, una salita di circa un chilometro che affronto bene puntando là davanti altri tre atleti tra cui è riconoscibile una ragazza keniana. Una volta scollinato provo a forzare leggermente il ritmo ottenendo il duplice risultato di scrollarmi di dosso il ragazzo in verde e ti agganciarmi alla ragazza keniana, di contro, ahimè, perde contatto Claudio: mi volto un paio di volte per vedere se riesce tornare sotto subito ma vedo che il distacco aumenta. Pazienza, ma dal resto eravamo rimasti d'accordo che dopo la metà gara ognuno faceva come riusciva meglio.
Passiamo da Riva di Solto, da qui è partita la non competitiva a vedere dalle transenne e dall'arco gonfiabile, mancano sei chilometri e inizio un countdown mentale per distrarmi dalla fatica che aumenta col passare dei chilometri; temo la distanza, per me correre oltre quella della mezza maratona è un'eccezione e ho paura di rimanere sulle ginocchia proprio sul più bello.
Le sensazioni però sono ancora buone, do un'occhiata veloce al garmin al passaggio del cartello col 21 km e vedo 1:17'22''; non male, ma per scaramanzia non voglio ancora giocare a fare proiezioni finali. Il mio intento dichiarato, nei giorni precedenti la gara, era quello di rimanere tra l'1:33' e l'1:35', ma in cuor mio in realtà il desiderio è un altro, ovvero quello di stare sotto l'1:33': difficile, ma non impossibile.
I due atleti davanti a me sono oramai a poche decine di metri e li raggiungo intorno al ventitreesimo chilometro. Siamo nella parte più scenografica del percorso, quella in cui la strada è a ridosso della montagna e a picco sul lago tanto che in un paio di punti devo rinunciare alla traiettoria perfetta per rimanere a fianco della parete a causa della mia fobia per le masse d'acqua. Il vento adesso è più teso e a seconda di come gira la strada ce lo ritroviamo a favore o contrario. Il più oramai è fatto e inizio a essere consapevole di poter concludere bene.
Ecco il cartello del chilometro 24, solo adesso mi concedo la possibilità di guardare il garmin e fare una proiezione finale sul mio crono: segna poco sopra l'ora e ventotto minuti, un rapido calcolo mentale e capisco che posso centrare l'obiettivo che mi ero posto, anzi potrei anche fare qualcosa meglio. Appena terminato questo mio pensiero quasi inconsciamente aumento il ritmo in quella che si potrebbe definire una volata lunga che d'altronde è la mia specialità della casa. I due ragazzi che mi fanno compagnia non riescono a reagire e rimangono sui loro passi, raggiungo la frazione di Castro dove vedo e saluto Sarah che mi sta aspettando, svolto a sinistra ed affronto l'ultima difficoltà rappresentata da cinquecento metri di salita facile ma che adesso sembra molto più ripida.
Sono al lumicino, sto raschiando il fondo per trovare le ultime energie. Ma siamo agli sgoccioli, finita la salita si svolta a destra per una discesa facile, c'è tanto pubblico dietro le transenne e lì in fondo l'arrivo con in lontananza un bel colpo d'occhio sulla distesa d'acqua del lago. E' fatta!
Mi aggrappo alle transenne in un momento di cedimento delle gambe ma mi riprendo praticamente subito, medaglia, foto e aspetto Claudio per andare a bere qualcosa insieme.
La stanchezza è tanta, iniziano a suonarmi le campane in testa ma la soddisfazione è ancora maggiore: 1:31'57'' al mio garmin che sarà confermato poi dal real time su tds per una ventiseiesima posizione assoluta. Meglio di quanto sperassi!

Il week end lungo, a cui abbiamo abbinato il ponte per il 25 aprile continua poi il giorno seguente con una sgambata defaticante a Monteisola organizzata dagli stessi responsabili della Sarnico Lovere, un'occasione diversa per vedere un posto paesaggisticamente bello e correre spalla a spalla con campioni del presente come le gazzelle nere del progetto Run2gether e del passato più e meno recente tra cui un Gianni Poli e Migidio Bourifa.
Non contenti ci siamo trasferiti nel pomeriggio a Riva del Garda dove nel giorno di ricorrenza per la Liberazione abbiamo partecipato alla prima edizione della Laponale Running, una corsa in salita che da Riva ripercorre la vecchia strada oramai in disuso e sterrata detta Ponale che aggrappandosi alla montagna permetteva di raggiungere la val di Ledro, dove sulle sponde dell'omonimo lago è posto l'arrivo dopo dieci chilometri di sviluppo e seicento metri di dislivello positivo. Per me un nono posto che lascia il tempo che trova ma buone sensazioni considerando l'alto impegno solo quarantott'ore prima, sintomo di un veloce recupero dato da una buona condizione organica e da una buona strategia di reintegro.
Su strava le mie due gare, SL Run qui e Laponale Running qui.

2 commenti:

Filippo ha detto...

Mi hai fatto sudare solo a leggerti! Gran bella gara, complimenti!

franchino ha detto...

Grazie Filippo!