giovedì 24 dicembre 2009

NATALE

Buone cose a tutti...

lunedì 21 dicembre 2009

IL DOPO REGGIO

I giorni seguenti la Maratona di Reggio sono trascorsi relativamente bene.
Lunedì ovviamente le gambe accusavano la stanchezza della gara e ho sofferto anche di qualche dolorino a livello di quadricipiti, sono comunque uscito por correre poco più di 20 minuti a andatura molto blanda. In serata poi un ottimo massaggio defaticante da Costanza (che non ringrazierò mai abbastanza) che mi ha risolto i fastidi e così da martedì sono riuscito a correre sempre a ritmo rigenerante ma senza provare risentimenti muscolari. Venerdì, in una mattina veramente fredda a -3° ho provato a introdurre un primo lavoro di qualità consistente in un interval training sui 200 mt per 30' con esercizi per le gambe e per la braccia durante i recuperi; sono rimasto sorpreso perchè mi sono assestato sui 37'' per i 200 mt e ho concluso il tutto con un mille a 3'01''. Ieri mattina avevo in programma invece un medio da correre all'interno della maratonina di Natale organizzata a scopo benefico ogni anno qui a Torino all'interno del Parco della Pellerina ma sarà stato il termometro che segnava -9° (purtroppo patisco particolarmente il freddo), il fondo innevato e un nuovo fastidio a entrambi i rotulei mi hanno fatto desistere e correre solo 7 km facili. Ieri sera infine ottimo allenamento con le ginocchia sotto il tavolo in piacevole compagnia di Andrea, Costanza, Stoppre e Guido.
La preparazione proseguirà da questa settimana con degli allenamenti mirati ai cross che inizieranno a breve, dovrebbe consistere in un primo tempo con due sedute a settimana di interval training sui 200 mt e 400 mt ma siamo ancora work in progress.
Nel mentre segno sull'agenda gli appuntamenti 2010...

Le foto riferite alla Pellerina sono di proprietà di Somadaj (www.podoandando.net), l'ultima è di Guido "I came drunkin'".

lunedì 14 dicembre 2009

BUONA LA SECONDA: MARATONA DI REGGIO EMILIA 2009

La prima telefonata dopo il ritiro durante la Maratona di Firenze l’avevo fatta a Germano, per spiegargli a caldo cosa fosse successo. Alla fine della chiamata mi spiazza con un “beh nessun problema, ci riproviamo a Reggio Emilia tra due settimane”. Lì per lì fui preso molto alla sprovvista e sinceramente pensavo di lasciare cadere le sue parole nel vuoto. La voglia di riscossa però era tanta e neanche 24 ore dopo mi ero già iscritto alla Maratona del Tricolore e prenotato l’albergo.

Le due settimane tra le due manifestazioni le ho vissute in una sorta di purgatorio atletico, ad ogni uscita di corsa provavo pessime sensazioni e sinceramente non sapevo se mi si sarebbero aperte le porte dell’inferno con un altro fallimento o del paradiso portando a casa una dignitosa prestazione. Solo negli ultimi tre giorni le gambe hanno iniziato a girare nuovamente a regime, di lavori specifici giusto un paio ma svolti solo discretamente. Non la migliore premessa per presentarsi sulla linea di partenza!

La trasferta di Reggio Emilia per non sbagliare la condivido con tre amici che di maratone ne hanno corse giusto un paio: Roberto 179, Claudio 85 e Leo 19. Tra ritiro pettorale all’expo, una passeggiata per il centro e un’ottima pizza mi ritrovo senza quasi accorgermene in camera d’albergo a spillare il pettorale sulla canottiera. Domenica mattina ci si ritrova all’interno del palazzetto dello sport sede dell’expo e centro logistico, un’ottima soluzione come dal resto tutta l’organizzazione. Da molti avevo sentito tessere le lodi per come viene gestito questo evento e devo dire che avevano proprio ragione. Incontro e saluto con piacere lo zio Stev, ovvero Stefano Benfatti, motore e anima della Traslaval. Arrivano poi gli amici di Running Forum Jean e Carlo accompagnati da Silvia; anche loro oggi vivranno una giornata molto intensa.
Con calma mi cambio e attendo l’orario della partenza al caldo sulle gradinate. Ho deciso di non fare un vero riscaldamento, mi preparo con esercizi di streatching e di mobilità articolare. A dieci minuti dalla partenza mi reco in griglia, scambio due parole con lo zio Stev che mi racconta che il prossimo anno toccherà le 100 maratone corse e attendo il via.
Allo sparo parto tranquillo, corro i primi chilometri al fianco di Jean e Carlo per scaldarmi, poi poco alla volta inizio a sopravanzare qualche atleta cercando un gruppetto che possa viaggiare ad un ritmo per me consono. Lo trovo, siamo circa una decina e il passo è poco sopra i 3’50’’/km. L’altimetria di questa gara è abbastanza mossa, i primi 17 chilometri presentano una leggero ma continuo falsopiano a salire. Sto nel gruppo, sto bene e corro sciolto. Il ritmo è regolare e scandito da un atleta straniero che sembra stia passeggiando per la facilità di corsa. Anche a me pare di correre sottoritmo, ma onde evitare guai sto lì buono buono. Passano così i primi 15 chilometri, da quando inizio a integrare con i gel che mi sono portato. Purtroppo i ristori sono un po’ problematici, al primo ho preso una bottiglietta d’acqua frizzantissima che mi pareva Acqua Bertier di fantozziana memoria. Dal secondo in poi solo bicchieri che tra guanti e mani fredde mi versavo metà addosso. Al 25 esimo poi credevo di aver preso del the invece era un integratore salino da un saporaccio inenarrabile.
Dopo lo scollinamento del km 17 l’altimetria diventa favorevole e ciò ci permette di correre sotto i 3’50’’/km agevolmente, in alcuni momenti mi ritrovo a condurre il gruppetto, c’è collaborazione tra di noi. Passo al rilevamento della mezza in 1:21’30’’, sto ancora bene e inizio a essere fiducioso sulla buona riuscita della gara ma so anche che sono solo a metà fatica e il bello deve ancora arrivare. Poco prima del cartello del km 25 affrontiamo una salitella breve ma impegnativa, in cima c’è il ristoro e in quel momento il gruppo inizia a sgranarsi. Un paio d’atleti si avvantaggiano mentre la maggior parte rimane attardata. Io decido di proseguire col mio passo, il percorso è leggermente ondulato e inizia un prendersi, lasciarsi e riagganciarsi con diversi atleti. Poco dopo il km 28 la salita più aspra, la patisco un pelo di più anche per un vento contrario freddo che mi da fastidio. Un borbottio sale dallo stomaco, per sicurezza decido di non assumere il secondo gel e poco dopo tutto rientra alla normalità. Dal km 30 riesco ancora a mantenere costante il ritmo ma dal 35 esimo inizio ad accusare la stanchezza, mancano 7 chilometri, il gesto si appesantisce e rallento leggermente l’andatura. Le Vomero con cui ho deciso di affrontare la gara mi aiutano in questi frangenti ammortizzando l’appoggio a terra che in alcuni punti diventa rumorosa per mancanza di elasticità e reattività nei piedi. Dopo il sottopassaggio del km 37 che affronto col timore che il femorale sinistro inizi a fare male dal momento che da qualche chilometro è indolenzito si entra in città, finalmente è presente il pubblico ai lati della strada e dal tifo si assumo qualche stilla di energia. Riesco addirittura a rilanciare sul ritmo, il traguardo è ormai vicino è sono certo che ormai la gara la porto a casa. Sento la voce dello speaker, poche curve e c’è il rettilineo d’arrivo che oltrepasso mentre il display del cronometraggio ufficiale è da due secondi oltre le 2:43’.
E’ andata! Prima maratona conclusa finalmente! Sono contento e soddisfatto sì, ma stranamente poco emozionato. A caldo non è scattato quel feeling che invece mi aveva rapito quando conclusi la mia prima mezza maratona o quando partecipai al primo giro a tappe. Forse perché mi sono avvicinato a Reggio quasi col peso di doverla terminare, con un atteggiamento quindi diverso dal mio solito che è invece quello di divertirmi. Ciò non toglie che probabilmente nell’autunno del prossimo anno ci riproverò, questa volta con l’obiettivo non impossibile di scendere sotto i 160’.

Dopo il ristoro del dopo gara mi reco al palazzetto dello sport per cambiarmi: per salire le scalinate mi devo impegnare non poco. Ho qui il piacere di conoscere Kayak Runner, che conclude soddisfatissimo sotto le tre ore. A seguire ritrovo Jean e Carlo, oggi hanno corso battendo il loro personale e chiudendo in 2:50’. Considerando il percorso e alcuni problemi pratici che hanno dovuto affrontare (Carlo è non vedente e Jean la sua guida) hanno compiuto un’ottima prestazione. Bravi ragazzi, vi rinnovo i miei complimenti e la mia sincera ammirazione. A sorpresa scopro anche di essermi aggiudicato il Challenge di Podisti.Net, una particolare classifica interna a cui partecipavano suddivisi in diverse categorie gli iscritti al sito che si fossero segnalati.
Che dire… non potevo chiedere di più da questo fine settimana all’insegna dello sport e dell’amicizia. Un ringraziamento particolare a tutti coloro che mi hanno seguito, commentato, incitato e cazziato in queste ultime due settimane tra mail, commenti e sms. Eravate tutti con me sulla salita del 28esimo chilometro. Potevate spingermi un po’ pero… :-D

al km 39, spia riserva in rosso fisso!

Jean e Carlo!


venerdì 11 dicembre 2009

TRA FIRENZE E REGGIO

Poco meno di due settimane sono trascorse dal week end fiorentino ed eccomi di nuovo alle prese a preparare la borsa, questa volta per la trasferta a Reggio Emilia per la maratona che si correrà domenica.
Di solito vivo con piacere quei momenti in cui apro l'armadio e scelgo cosa mi servirà per la gara e tutto il resto, oggi un pò meno.
Fino a un paio di giorni fa ho avuto difficoltà a trovare una buona corsa, la settimana immediatemente dopo i 27 km di Firenze ho corso solo rigeneranti e in questa un medio lunedì con brutte sensazioni e ieri un fartlek di 8 km che mi ha finalmente slegato le gambe. Non mi sento in perfetta forma, ma spero sia di buon auspicio visto che a Firenze ero arrivato fiducioso per poi fallire. Sicuramente partirò con un ritmo più tranquillo, anche per l'altimetria del percorso che prevede una leggera e costante salita fino al 17esimo km e poi una rampa più dura al 28esimo, da qui poi finalmente si scenderà fino all'arrivo in centro città.
Domani si parte e domenica la gara, come dice il buon Albe correrò puntando alla luna, mal che (ri)vada...

martedì 1 dicembre 2009

DELUSIONE FIORENTINA

Ebbene sì, la mia prima esperienza sulla distanza della maratona si è conclusa mestamente al 27° chilometro. Senza tanti giri di parole o scuse ho semplicemente finito la benzina e anzichè continuare quello che sarebbe diventato un calvario ho preferito fermarmi, seppur con la tristezza nel cuore.
La trasferta fiorentina è incominciata sabato mattina al parcheggio del casello di Mondovì dove mi incontro col socio Augusto e le sue due atleta Manuela e Cinzia anch'esse come me all'esordio sulla distanza (concluderanno con un real time di 4:41', pensare che temevano di non riuscire a stare nel tempo massimo di 6:00'!). Viaggio tranquillo verso Firenze e primo approccio col clima gara all'expo per il ritiro dei pettorali. Mi incontro subito con Furio e poi all'uscita con Matteo e Andrea. Dopo essere passati in albergo passeggiatina proshopping pre gara e cena con i bloggers organizzata alla perfezione dal padrone di casa Matteo dove finalmente posso dare un volto "dal vivo" a diversi amici.
Domenica mattina ci svegliamo tutti presto, colazione e ritrovo sul piazzale Michelangelo da dove partirà la gara. Breve riscaldamento con Augusto che poi scorterà Manuela e Cinzia per i primi 5 chilometri ed entro con Andrea in gabbia. Chiacchieriamo tranquilli e il tempo d'attesa scorre velocemente. Allo sparo la mia sensazione di essere in buona posizione è contraddetta da un muro di persone, "ma da dove sono usciti tutti questi?" chiedo sorridendo ad Andrea mentre facciamo lo slalom gigante per riuscire a correre più agevolmente. I primi 5 km sono in discesa, sto molto bene e le gambe girano da sole. Circa al 3° km raggiungo Jerome alla sua 15esima esperienza in maratona, lo saluto e corro al suo fianco. Passaggio al 5° km in poco più di 18', un pò velocino ma non mi preoccupo considerata l'altimetria favorevole. I secondi 5 km li corro leggermente più lenti, sul passo dei 3'39''/km e così fino al 15° km quando decido di rallentare ancora un pelo perchè ritengo il ritmo del gruppetto al quale sono in scia troppo rapido. Transito alla mezza in 1:18'30'' e dopo un paio di chilometri il fattaccio. Di punto in bianco inizio ad accusare una leggera pesantezza alle gambe, rallento leggermente e assumo mezzo gel ma ormai è troppo tardi. La corsa inizia a farsi più appesantita, provo a rallentare ancora un chilometro per vedere se la crisi, che mi aspettavo ma più avanti, passi ma niente da fare. Il cavalcavia prima del del 25° km mi da il colpo di grazia. Con un pizzico di orgoglio anzichè tirare dritto e ritrovarmi in zona deposito borse svolto a destra continuando sul tracciato di gara ma quando mi volto e vedo su di una vetrina il riflesso del mio fantasma che corre decido che ad andare avanti mi farei solo del male. A pochi passi dal cartello del km 27 metto la freccia a destra e mi ritiro.
E' andata così, pazienza. Anche le delusioni e i fallimenti fanno esperienza.
L'amarezza e la delusione iniaziale sono comunque stemperate dalla consapevolezza di averci provato e di aver trascorso un bel fine settimana di sport e di amicizia. Chissà se a breve ci riproverò... ;-)